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Gli spagnoli nelle Isole Molucche: 1606-1663/1671-1677. La storia della presenza spagnola nelle isole delle spezie
Scritto da Marco Ramerini. 2005-2020/23
CAPITOLO SESTO: IL GOVERNO DI D. JERÓNIMO DE SILVA, Marzo 1612-Aprile 1617
L’ARRIVO DI D. JERÓNIMO DE SILVA A TERNATE
Nei primi mesi del 1612 arrivarono a Ternate diverse navi a rinforzo dei presidi spagnoli nelle Molucche. Queste imbarcazioni facevano parte della flotta del nuovo governatore delle Molucche, D. Jerónimo de Silva. Da Silva giunse a Manila nel mese di giugno 1611 con l’incarico di governatore delle Molucche.
Avanguardia di questa flotta furono il “patache” S. Buenaventura e la nave Santa Ana (almiranta) con a bordo il capitano Rodrigo de Guillestigui e i francescani Fr. Gregorio de S. Esteban e Fr. Juan Montero. Le due navi salparono dalle Filippine e nel porto di Otong si unirono alla spedizione 2 fregate e tre grandi giunchi (champanes), la spedizione sostò poi nel porto della “caldera” nell’isola di Mindanao e per circa due giorni nell’isola di Siao.
Qui la nave “almiranta” perse contatto con il resto della flotta e da sola riuscì a raggiungere Tidore, nonostante la presenza di alcune navi olandesi. La nave riuscì a raggiungere in salvo il porto, grazie anche all’aiuto di 5 o 6 “caracolas” del re di Tidore e del castellano di Tidore, Jerónimo (Gregorio) de Vidaña. Quasi sicuramente è il salvataggio di questa imbarcazione, chiamata “Santana” (=Sant Ana) quello che viene attribuito a Esteban de Alcazar assieme al Principe di Tidore. 1
Altre tre imbarcazioni della flotta arrivarono pochi giorni dopo, ma una delle tre venne affondata per paura che gli olandesi se ne impadronissero. Gli olandesi comunque catturarono i marinai di quest’imbarcazione e anche due dei “champanes” provenienti da Cebu. 2
Gli olandesi continuavano ad avere il controllo quasi completo del mare, e gli spagnoli gridarono al miracolo quando arrivò sana e salva a Tidore la nave “almiranta” spagnola carica di “mantimentos” e denaro per la paga dei soldati.3 Anche Juan Gutierrez Paramo prese parte a questo socorro in qualità di capitano di fanteria delle truppe del soccorso. 4
Il patacco su cui si era imbarcato D. Jerónimo de Silva, nuovo governatore, salpò da Manila pochi giorni dopo la partenza della nave almiranta. De Silva era a bordo della nave “capitana” su cui erano anche altri due frati francescani (uno di loro era il commissario provinciale e confessore personale di Jeronimo de Silva, il padre Pedro de los Combos). Il tragitto fino al porto della Caldera venne percorso in soli nove giorni, qui la spedizione sostò per tre giorni. Il successivo tragitto, a causa della calma di vento, venne invece coperto in 19 giorni, e all’alba del 17 marzo 1612 (cioè 4 giorni dopo l’arrivo della nave “almiranta”), la nave arrivò in vista di Ternate.
Qui però cominciarono i problemi per il governatore, erano infatti presenti all’imboccatura del porto tre navi olandesi. Il governatore per paura delle navi olandesi, tentò di effettuare lo sbarco con la scialuppa di salvataggio assieme ai due religiosi francescani, a dei rematori (“seis hombres que remasen”) e con i soldi (sembra 13.000 o 16.000 pesos) per le guarnigioni, ma il tentativo non ebbe inizialmente successo, infatti le correnti spinsero la piccola imbarcazione lontano dalla costa di Ternate, in direzione dell’isola di Makian.
Solo nella serata (alle 21) del giorno dopo, 18 marzo 1612, e dopo aver corso gravi rischi, il governatore, riuscì a mettere piede nell’isola di Ternate, egli sbarcò vicino al forte di Nuestra de Señora.5 Secondo la testimonianza del capitano Gregorio de Vidaña, la piccola imbarcazione su cui si era rifugiato de Silva riuscì a raggiungere Ternate grazie al pronto invio, da parte di Azcueta, di una galeotta. Nonostante questo aiuto, il nuovo governatore raggiunse Ternate 20 ore dopo l’arrivo della sua nave “capitana”.6
Il 18 di marzo arrivarono anche il “patache” S. Buenaventura e la fregata su cui era imbarcato Juan Mexia. Queste navi vennero ancorate fuori dal porto a causa della poca profondità del porto stesso.
UNA BATTAGLIA NAVALE
Il 19 di marzo, gli olandesi, comandati dal capitano “Escoto”, con una galera (che era quella catturata precedentemente, nel settembre 1611, agli spagnoli) e 5 lance, tentarono di catturare la fregata nel porto di Ternate, essi però commisero un grave errore, infatti si avvicinarono troppo ai baluardi della città spagnola e vennero investiti dal fuoco dell’artiglieria spagnola. Il primo danno venne fatto dall’artiglieria posizionata nel forte San Lorenzo, poi fu la volta di quella del forte San Felipe ed infine quella del forte Nuestra Señora7.
Nel tentativo di allontanarsi dai colpi dell’artiglieria, la galera olandese si avvicinò alla fregata spagnola ancorata fuori dal porto. Questo permise ai soldati spagnoli che difendevano la fregata di assaltare la galera, aiutati anche da alcuni soldati che si erano imbarcati sulle scialuppe riuscirono a catturare la galera olandese. Lo scontro terminò dopo più di due ore con un importante vittoria spagnola, le perdite fra gli olandesi furono gravi, molti i morti (più di cinquanta) e 43 i prigionieri, tra gli spagnoli ci furono 5 morti e alcuni feriti.
Questa vittoria, nella quale ebbe un ruolo importante anche il sergente maggiore Esteban de Alcazar, servì a rialzare il prestigio spagnolo nelle isole, il re di Tidore e suo figlio fecero visita al nuovo governatore nel castello di Ternate per congratularsi per la vittoria. La galera catturata agli olandesi però si rivelò inservibile a causa dei danni che aveva subito. 8
GLI OLANDESI MANTENGONO IL CONTROLLO NAVALE
L’arrivo del nuovo governatore e delle altre imbarcazioni, oltre alla vittoria e alla cattura della galera, portò un po’ di sollievo nella popolazione spagnola della città e nei vari presidi, infatti da circa sei mesi, da quando cioè la galera spagnola era stata catturata dagli olandesi, gli olandesi e i ternatesi avevano instaurato una specie di blocco navale alla città del Rosario impedendo l’arrivo di merci e rifornimento dalle altre isole.
La gioia per la vittoria durò poco, infatti il giorno dopo gli olandesi affondarono la fregata San Nicolas che trasportava riso per le guarnigioni, con essa vennero catturati 50 spagnoli e il comandante della nave Juan García. 9
A quanto ci riferisce lo stesso nuovo governatore, al suo arrivo, gli olandesi avevano a Ternate 9 “naos grandes de armada” oltre a molte piccole imbarcazioni dei locali, grazie a questa superorità navale gli olandesi riuscirono a catturare più della metà dei soccorsi che giunsero con Gerónimo de Silva dalle Filippine, questo venne attribuito dal nuovo governatore anche al fatto che le navi spagnole giunsero a Ternate in modo sparso e disarmate, confidenti nella pace stipulata in Europa. 10
Per quanto riguarda i religiosi. Nell’aprile 1612 sono presenti nella residenza dei gesuiti di Ternate tre padri e un fratello. 11 Mentre il frate francescano Xpoval (Cristóbal) de la Copcecion (de la Concepción) si trovava a Tidore nel 1612.12
GLI INDIGENI CRISTIANI I “MERDICAS”
Come ci riferisce il governatore Gerónimo de Silva, tutti gli indigeni dell’isola di Ternate sono alleati degli olandesi, gli spagnoli hanno con se pochi indigeni cristiani, chiamati “merdicas” o gente libera, che si sono rifugiati a Ternate provenienti principalmente dalle isole vicine, fuggiti assieme agli spagnoli di mano a mano che gli olandesi occupavano le loro isole. Di questi indigeni de Silva mette in risalto l’elevata prolificità: “mas estos serán poderosos, si hay paces, á poblar estos dos lugares, porque multiplican mucho.” 13
Gregorio de Vidaña ci informa della mala condotta del governatore anche nei riguardi della popolazione indigena cristiana, fedele agli spagnoli, essi vennero notevolmente penalizzati dalla decisione di de Silva di impedire loro la vendita degli schiavi catturati al nemico, questa decisione è penalizzante anche nei confronti degli spagnoli perché è causa di una notevole diminuzione del numero dei raid (solitamente 2 o 3 alla settimana) fatti dai “merdicas” contro la fortezza olandese a caccia di schiavi, inoltre questi raid oltre a danneggiare economicamente gli olandesi permettevano agli spagnoli di conoscere attraverso le testimonianze dei prigionieri la situazione nella fortezza nemica.14
La parte di Ternate in mano spagnola è praticamente improduttiva, solo dei piccoli orti nelle vicinanze della città vengono mantenuti per il proprio sostentamento da alcune famiglie di indigeni.
LA PRODUZIONE DEL CHIODO DI GAROFANO E GLI SPAGNOLI
La produzione di chiodo di garofano è nulla (“…porque de esta isla no se coge hasta agora ninguno”), solo dall’isola di Tidore gli spagnoli ottengono una certa quantità (“…y Tidore da un año con otro cuatrocientos bases” cioè 2400 quintali) di chiodi di garofano, a fronte di una produzione totale nelle isole Molucche, stimata da de Silva a 9000 quintali “mil y quinientos bases de clavo que son nueve mil quintales”.
Altra pecca del governo spagnolo è secondo de Silva la commercializzazione dei chiodi di garofano. Questa quantità seppur minima, potrebbe, se commerciata, come fanno gli olandesi, tramite una fattoria controllata dal Re, rendere 30.000 ducati se commerciata in India, mentre ancora di più se commerciata direttamente in Europa, mentre con il sistema in atto controllato spesso da privati, alla corona spagnola non giungeva nessuna rendita. Se gli spagnoli potessero avere interamente nelle loro mani la produzione di chiodi di garofano di queste isole che è di circa 1500 “bases de clavo” cioè novemila quintali all’anno, essi potrebbero ricavare se venduti direttamente sul mercato europeo 150.000 ducati all’anno. 15
Per l’approvvigionamento dei viveri gli spagnoli di Ternate dipendono molto dagli aiuti che sporadicamente giungono dalle Filippine, qualcosa inoltre giunge anche dalle isole vicine come Tidore (“Tidore….el sustento de las viandas de pescado y gallinas, y otras vituallas que de allá se traen”), Halmahera (“Sabugo….Es rio e lugar de mucha sagú, bastimento que sirve de pan á los naturales y extranjeros y al enemigo, y á V.M. muy importante para el sustento de la gente que tiene estas islas….”) e Celebes.16
Nel maggio 1612, gli spagnoli catturarono la nave olandese “Gouda”, in questo scontro, al quale prese parte anche Estaban de Alcazar, Juan de la Umbria rimase ferito da un tiro di archibugio al ginocchio destro.17 Probabilmente si riferisce a quest’episodio anche se nel documento viene riportato l’anno 1613: Nel 1613 Juan de Azevedo, guerreggiò, come capo della galera “patrona” con un imbarcazione olandese riuscendo a catturarla.18
Sembra che l’ammiraglio olandese van Caerden sia partito da Ternate per Manila il 24 maggio 1612. Gli olandesi tentarono di trattare con gli spagnoli lo scambio di alcuni prigionieri, in mano olandese ci sono 25 spagnoli, 5 o 6 portoghesi, 20 filippini e molti cinesi cristiani. Gli olandesi si lamentavano del fatto che tra le proprie truppe ci sono molti soldati cattolici che si rifiutano di combattere contro gli spagnoli. Alcuni rapporti olandesi inoltre descrivono segnali di scontentezza da parte dei tidoresi nei confronti degli spagnoli. 19
Nel 1612, Fernando de Ayala venne inviato a Manila per informare il governatore don Juan de Silva dello stato dei presidi delle Molucche. Poco dopo guidò con successo, i nuovi soccorsi per Ternate portando alle guarnigioni munizioni e nuovi soldati.20 Il governatore Geronimo de Silva nominò, probabilmente nel 1612 (comunque dopo il marzo 1612 data dell’arrivo di Geronimo de Silva e prima della data di questa lettera, 1 maggio 1613) Juan de Espinosa y Zayas, capo dei presidi di Tidore, Payaje, Marieco, e del forte dei portoghesi.21 Nel luglio 1612 l’alfiere Juan Centeno era capo del presidio di Maxico el Grande.22
LA SITUAZIONE ALLE MOLUCCHE NEL 1613
All’inizio del 1613, la situazione delle forze in campo alle Molucche è la seguente: Gli spagnoli nell’isola di Ternate sono in possesso della città di Gammalamma o Ciudad de Nuestra Señora del Rosario come viene da loro chiamata. Questa è la principale base spagnola nelle isole, la città è circondata da mura di pietra e da baluardi, guardati da una guarnigione di 200 soldati spagnoli e 90 pampangos, e con 33 cannoni di ferro. Nella città spagnola risiedono 30 famiglie portoghesi, 60 o 80 famiglie di commercianti cinesi e 50 o 60 famiglie di cristiani locali.
Sempre a Ternate gli spagnoli hanno un altro forte chiamato San Pedro y Pablo, esso è situato ad una lega dalla città spagnola di Ternate su una collina sulla via che porta al forte olandese di Malayo, la sua posizione controlla il passaggio delle imbarcazioni tra Ternate e Tidore. L’artiglieria di questo forte è composta da sei cannoni, mentre la guarnigione comprende 27 spagnoli, 20 pampangos e pochi altri filippini.
Sull’isola di Tidore, che è interamente in loro possesso, gli spagnoli hanno tre fortezze, la più importante è la fortezza di Taroula, essa è situata su di una collina nella grande città dove risiede il re di Tidore. Questo forte ha una dotazione di 10 grandi cannoni di ferro, e una guarnigione composta da 50 soldati spagnoli e 8 o 10 pampangos. Il secondo forte in mano spagnola è il vecchio castello dei portoghesi che è armato con 2 cannoni e ha una guarnigione di 13 spagnoli e diversi indigeni. Il terzo forte è chiamato Marieco, si trova difronte alla città di Gammalamma, anch’esso è armato con due cannoni e ha 14 spagnoli e alcuni pampangos come guarnigione.
Nell’isola di Gilolo (Halmahera), gli spagnoli hanno forti a Sabougo, a Gilolo e a Aquilamo. In tutti questi forti gli spagnoli hanno piccole guarnigioni. Nell’isola di Moro23 ci sono presidi spagnoli nei forti di Jolo (forse Tolo ?), Isiau e Joffougho.
Questa la situazione dei presidi spagnoli, adesso vediamo i forti olandesi: Nell’ isola di Ternate essi sono in possesso di tre forti, il più importante è il forte chiamato Malayo o Orange, dove vive il re di Ternate; a mezza lega a nord di Malayo, su di una collinetta c’è il forte di Toluco o Hollandia; infine il terzo forte chiamato Tacomma o Willemstad, si trova nella parte nord occidentale dell’isola e fu costruito dall’ammiraglio Simon Jansz Hoen. Altri due (de Silva ci indica più plausibilmente in tre i luoghi fortificati dagli olandesi, un quarto essendo “tan fuerte de suyo” non ha bisogno di avere difese e guarnigione) forti olandesi si trovano nell’isola di Maquian: Taffalo e Tabillola. Quest’isola è la più popolosa e la più ricca di chiodi di garofano di tutte le Molucche ed è controllata interamente dagli olandesi. Per finire nell’isola di Bachian gli olandesi hanno il forte di Gammedource. Nell’isola di Motiel, che è in gran parte spopolata essendo gli abitanti fuggiti a Tidore, gli olandesi mantengono un forte. 24
Con la Real Cedula dell’8 gennaio 1613, il Re comunicò a Don Juan de Silva l’intenzione di inviare per la via del Capo di Buona Speranza un soccorso per le Molucche composto da 6 caravelle con 400 soldati portoghesi divisi in tre compagnie, al comando della spedizione come capitano generale era Ruy Gonzalez de Sequeyra. L’idea del Re era quella di inviarle entro il febbraio dello stesso anno di modo da far si che arrivassero a Manila tra la fine di luglio e gli inizi di agosto 1613.25
Il primo gennaio 1613, una piccola spedizione spagnola, composta da una galeotta e 2 praos, attaccò il forte olandese di Tacome, nella breve scaramuccia morirono 4 nemici e 5 vennero fatti prigionieri.26
Su ordine di Geronimo de Silva, Esteban de Alcazar, venne inviato (probabilmente nel 1613, perché viene fatto un accenno a 14 navi olandesi e a 70 caracoras ternatesi che attaccarono Tidore, ma grazie ai suoi consigli gli olandesi non riuscirono a far danni) a Tidore per predisporre le difese dell’isola contro gli olandesi e per consigliare il re e il principe.27 Infatti Juan de Azevedo, forse nel 1613, venne nominato capo delle fortezze spagnole di Tidore e di altri due presidi, durante questo incarico soccorse un imbarcazione spagnola, carica di generi alimentari, che era stata attaccata dai nemici, riuscendo a salvarla.28
L’ATTACCO OLANDESE A MARIECO
Alla fine del gennaio 1613, una nuova flotta olandese arrivò nelle acque delle Molucche, essa era composta da 5 imbarcazioni ed era comandata da Adriaan Blocq Martensz. Una delle navi di questa flotta, nel suo tragitto, visitò anche l’isola di Makian.
Cinque navi olandesi con a bordo più di 800 uomini tra europei ed indigeni, attaccarono un piccolo posto fortificato, chiamato Marieco, nell’isola di Tidore, che era difeso da solo 12 soldati spagnoli e da un alfiere. Secondo quanto riporta Gerónimo de Silva, l’attacco olandese a Marieco ebbe luogo il 9 febbraio 1613 “á el cuarto del alba” gli olandesi cannoneggiarono il fortino così intensamente “de suerte que despues de haberlo disparado mas de 160 balas” da spianare tutti i terrapieni e parte della muraglia, gli spagnoli combatterono fino alla morte e nella battaglia praticamente tutta la piccola guarnigione spagnola del forte venne uccisa, solo l’artigliere venne fatto prigioniero e portato nella fortezza di Malayo.
Gli olandesi, che secondo la testimonianza di Gerónimo de Silva, avevano attaccato il piccolo forte con oltre 500 soldati olandesi e molti ternatesi, persero nello scontro 6 soldati, un capitano di una nave e il tenente del forte di Malayo oltre a 12 feriti. In questo episodio le lettere di de Silva evidenziano la codardia degli indigeni, infatti essi fuggirono tutti e solamente uno di loro si battè fino alla morte, una lettera di de Silva ci riporta anche il nome di questo coraggioso: Rubaongue.29
Alcune fonti olandesi collocano questo attacco l’8 febbraio 1613. In questo giorno l’armata olandese di Pieter Both rinforzata dalle navi di Blocq, attaccò il piccolo forte spagnolo di Marisco (Marieko) nell’isola di Tidore, situato sul braccio di mare di fronte alla fortezza spagnola di Ternate. Il forte venne bombardato dagli olandesi con 5 navi, nell’attacco fu bruciato il villaggio e furono uccisi 12 spagnoli e 12 pampamgos, l’attacco durò tre ore.30 Dopo questa vittoria Both ricostruì il forte di Marieko e poi si diresse alle isole Banda.
Poco dopo la conquista olandese di Marieco, nell’aprile 1613 giunse nelle acque delle Molucche una nave inglese. La nave comandata da John Saris giunse in vista di Tidore e dal forte spagnolo, situato sul lato orientale dell’isola,31 spararono verso la nave inglese dei colpi di cannone. Poi gli spagnoli, su ordine del capitano di Tidore Don Fernando de Becerra, inviarono un imbarcazione con una bandiera di tregua. Nel colloquio tra spagnoli e inglesi gli spagnoli spiegarono il perché li avevano accolti a colpi di cannone, infatti spesso gli olandesi avevano mostrato vessilli britannici sulle loro navi per confondere gli spagnoli. Gli inglesi nella loro relazione fanno anche una descrizione del forte spagnolo, esso si trova sul lato est di Tidore, dove è un tratto di mare profondo vicino alla riva. Per la notte la nave inglese viene ancorata su consiglio di Francisco Gomez, pilota maggiore delle galere, ad una lega e mezza dal forte. Ma la mattina al risveglio gli inglesi si accorgono di essere sotto il tiro di una batteria di 8 cannoni.32 Decidono quindi di spostarsi una lega più a sud. Gli spagnoli commerciano con gli inglesi una certa quantità di chiodi di garofano. Gli inglesi citano anche il nuovo forte olandese di Marieco dove sono all’ancora due imbarcazioni olandesi appena arrivate.33
Gli inglesi nel loro rapporto raccontano di un imboscata fatta dal principe di Tidore al figlio del sultano di Ternate. Il figlio del sultano era stato inviato a Machian dagli olandesi per impedire agli abitanti dell’isole di commerciare i chiodi di garofano con la nave inglese. Ma sulla via del ritorno i ternatesi erano stati sorpresi dal principe di Tidore che con le sue truppe avevano sopraffatto i ternatesi uccidendone un centinaio incluso il figlio del sultano, Key Chilly Sadang, che era fratello della moglie del principe di Tidore. Assieme al principe di Ternate, furono uccisi anche uno dei suoi fratelli minori e il re di Gilolo.34 Dopo un paio di giorni di sosta a Tidore gli inglesi riprendono il largo per proseguire verso il Giappone. Nella relazione inglese si parla anche della produzione dei chiodi di garofano delle isole Molucche. Gli inglesi indicano in 1000 bahar la quantità di chiodi di garofano prodotta a Ternate, mentre l’isola di Machian ne produce 1090, Tidore 900, Bachian 300, Motir 600, Mare 50, Battachina (Halmahera) 35. In tutto nelle isole Molucche sono prodotti 3975 bahar di chiodi di garofano all’anno, pari a 1175 tonnellate. Inoltre ogni tre anni si verifica un annata molto più fruttuosa delle due precedenti, tale annata è chiamata il grande
monsone.35
Gli inglesi nella loro breve sosta notano comunque la distruzione che è stata provocata in queste isole dalle guerre civili tra i re di Ternate e Tidore. Le guerre civili hanno così devastato la popolazione di queste isole, che grandi quantità di chiodi di garofano restano abbandonate sulle piante senza essere raccolte per mancanza di persone che le raccolgono.36
La relazione inglese indica anche quali sono i forti in mano olandese nelle isole. Sull’isola di Ternate gli olandesi hanno un forte chiamato: Malayou, che possiede tre baluardi o bastioni, un altro forte olandese è chiamato Tolouco, ed ha due bastioni e una torre rotonda, un altro forte nell’isola di Ternate è quello di Tacome, con quattro bastioni. Sull’isola di Tidore gli olandesi hanno un forte chiamato Marieka, con quattro bastioni. Su Machian, a Tufasoa, il capoluogo di l’isola, c’è un forte con quattro grandi bastioni con sedici pezzi di cannone. L’isola è abitata da circa 1000 nativi. A Nofakia, un’altra città di Machian, gli olandesi hanno due forti o ridotte e un terzo forte in cima a alta collina con cinque o sei cannoni, che comanda la strada dall’altro lato. Allo stesso modo a Tabalola, un’altra città di Machian, hanno due forti con otto cannoni. I nativi di tutti questi luoghi sono sotto il loro comando. Gli abitanti di Nofakia non sono stimati buoni soldati, e si dice che di solito si schierano sempre a fianco del più forte. Ma gli abitanti di Tabalola, che precedentemente risiedevano a
Cayoa, sono considerati i migliori soldati delle Molucche. In queste stazioni fortificate di Machian, gli olandesi avevano 120 soldati europei, di cui ottanta erano a Tafasoa,
trenta a Nofakia e dieci a Tabalola. L’isola di Machian è il la più ricca di chiodi di garofano di tutte le isole Molucche. Quest’isola da sola, produce 1800 bahar durante il grande monsone. Gli olandesi hanno un grande forte nell’isola di Bachian e quattro ridotte nell’isola di Motir.37
UN NUOVO ATTACCO OLANDESE A TIDORE
Pieter Both tornò di nuovo nelle acque di Ternate nel luglio 1613, e con una flotta di 13 navi e al comando di 700-800 soldati, tra cui 50 mercenari giapponesi assunti da Hendick Brouwer. In accordo con i ternatesi, che contribuirono con una flotta di 40 “caracoas”e circa 2.000 uomini, fu deciso nuovamente di attaccare gli spagnoli a Tidore. Tomás Maldonado, uno spagnolo fuggito dal forte di Malayo, aveva avvertito de Silva dell’imminente attacco che gli olandesi volevano portare alla città di Tidore.
Il 7 luglio, alle 5 di pomeriggio, 13 navi olandesi salparono da Malayo dirette a Tidore, un’imbarcazione rimase a guardia del forte di Marieco el Grande. Le altre si portarono in vista della città grande del re. Il principale obbiettivo era adesso la grande città di Tahula, ma a causa della mancanza di un luogo idoneo dove poter ancorare la flotta, venne deciso di attaccare per prima cosa il vecchio forte portoghese, situato a circa ½ ora dalla città e di fronte al quale era situato l’ancoraggio più vicino alla città.
L’ATTACCO AL FORTE DEI PORTOGHESI
La sera dell’8 luglio38 1613, 12 navi olandesi attraccarono di fronte al vecchio forte portoghese, la guarnigione spagnola, che nella stessa giornata era stata rinforzata da 40 soldati, aprì il fuoco e bombardò incessantemente le imbarcazioni nemiche allo scopo di costringerle ad abbandonare l’ancoraggio ma gli olandesi tennero duro, il giorno dopo (9 luglio 1613) di prima mattina vennero sbarcate 8 compagnie di soldati che immediatamente assaltarono il forte, dopo 1 ora e ½ di continui assalti, le truppe olandesi riuscirono ad entrare nel forte, gli spagnoli combatterono accanitamente fino alla morte, nonostante questa fiera resistenza degli spagnoli il forte venne conquistato dagli olandesi, le perdite per gli spagnoli furono molto gravi, infatti rimasero uccisi, in questa battaglia, 63 (50 secondo le fonti spagnole) dei loro migliori soldati “me mató en el fuerte de los portuguéses la gente … que era de la mejor y mas briosa que abia en estas islas”39 di cui 46 spagnoli e i restanti mestiços e papangers. Dal lato olandese i morti furono 8 (Coen più precisamente parla di 9 olandesi, 2 giapponesi e 1 indiano) oltre a 12-14 feriti.
LE ACCUSE A DE SILVA
Come vedremo più avanti de Silva fu accusato da più parti per la sua condotta durante il suo governo a Ternate. A discolpa delle accuse a lui rivolte, de Silva ci parla del comportamento di Don Fernando de Becerra, che comandava le forze spagnole nell’isola di Tidore al momento dell’attacco degli olandesi al vecchio forte dei portoghesi. Egli era stato incaricato di rinforzare le difese del vecchio forte e di disturbare gli olandesi se tentavano di sbarcare, ma non rispettò gli ordini ricevuti, anzi disperse le proprie truppe e nel momento cruciale dello sbarco degli olandesi si ritirò nella fortezza a cambiarsi d’abito (“… á mudar una camisa…”) , di modo che le truppe nemiche non trovarono ostacoli durante lo sbarco e poterono assalire e occupare il forte, de Silva rincara poi la dose dicendo che è risaputo che Don Fernando non sapeva da che parte era sbarcato il nemico.)40
In un interessante lettera scritta dal re di Tidore il 9 luglio 1613,41 egli fa presente a Gerónimo de Silva tutta la sua preoccupazione per la situazione disperata delle truppe spagnole e tidoresi a Tidore a causa anche della scarsezza di cibo e rifornimenti, il re chiede l’immediato invio di altre truppe spagnole di rinforzo, egli giunge a prospettare anche l’abbandono dell’isola e il ritiro a Ternate “ó inviar aquí mas españoles, ó que nos vamos todos á Terrenate”. Il re si preoccupa anche del pericolo che gli olandesi effettuino un blocco navale mettendo navi nella zona di Socanora in modo da impedire l’arrivo dei soccorsi da Ternate. Il re è molto duro nei riguardi di Gerónimo de Silva che viene accusato di essere in parte responsabile della morte dei difensori del forte de los Portuguéses perchè non aveva permesso il suo smantellamento.
Da Silva, invece, difende i suoi ordini di mantenere e di fortificare il forte dei portoghesi. Purtroppo però tutti i suoi sforzi non sono bastati. Si lamenta anche dell’attitudine dei tidoresi che secondo lui non hanno fatto tutto quanto nelle loro possibilità per aiutare gli spagnoli.42
Secondo il capitano Gregorio de Vidaña, un importante causa che portò alla perdita del forte dei portoghesi, fu il fatto di non aver avuto, ne nel forte ne nella città di Tidore (“lugar grande del Rey di Tidore”) un capitano di provata esperienza, come invece sempre era stata usanza nel passato. Infatti per meglio curare i propri interessi, de Silva aveva messo a capo delle difese della città l’alfiere don Fernando de Becerra, uomo inesperto e utile solo per curare gli affari di de Silva. Tre dei più esperti capitani spagnoli presenti erano addirittura stati incarcerati da de Silva, per dissapori con il governatore, i tre erano Diego de Quiñones, Juan de Acebedo (Azevedo) e lo stesso Gregorio de Vidaña. 43 Il re chiede anche che de Silva ordini al capitano Don Juan (de Zayas, capitano di Tomanira) di ritirarsi con i suoi uomini nella città del re. Anche ai tidoresi “de los pueblos chicos” viene ordinato di ritirarsi nella città del re.
L’ATTACCO OLANDESE ALLA CITTÀ DI TIDORE
Sull’onda dell’entusiasmo per questa vittoria gli olandesi decisero quindi di attaccare anche il nuovo forte di Tahula, (situato su di una collina nella parte sud della capitale), ma qui gli olandesi ebbero dei problemi e non poterono sbarcare a causa delle forti correnti, che trascinarono le navi ancora più a sud di fronte al villaggio fortificato (“fuertecillo”) di Sokanora, situato a circa ½ miglio (o mezza lega) a sud della città, nel tentativo di aprirsi un varco verso la città, l’11 luglio 1613, Sokanora venne attaccato per due volte (tre volte secondo le fonti spagnole) dalle truppe olandesi e ternatesi, ma la resistenza degli spagnoli e l’imperizia delle truppe e dei comandanti olandesi fu tale che gli attaccanti dovettero ritirarsi con gravi perdite (15-16 olandesi e 25 ternatesi uccisi oltre a molti feriti).
Il 12 luglio (Geronimo de Silva nella sua “Correspondencia” parla del 13 luglio 1613) un altro attacco, questa volta direttamente contro la città venne tentato dalle truppe olandesi, vennero inviate 2 compagnie di soldati, ma le truppe olandesi ormai demoralizzate dalle due sconfitte subite a Socanora, fuggirono alla vista di un drappello di 36 (o 30) tidoresi lasciando sul campo 11 (altre fonti 10-13) olandesi morti, le perdite tra i tidoresi furono di solo 4 persone. A seguito di questa nuova sconfitta gli olandesi decisero di desistere nel loro intento e si ritirarono.44 Nelle settimane successive gli olandesi smantellarono e abbandonarono il vecchio forte dei portoghesi ci informa di questo una lettera di Geronimo de Silva del 17 novembre 1613.45
Molto probabilmente è da situarsi in questo periodo (tra il 1613 e il 1614 e probabilmente riguarda proprio l’episodio dell’assalto olandese a Sokanora) il miracolo di San Francesco Saverio descritto dal padre Colin nel suo libro “Labor Evangelica”. Testimone dell’evento miracoloso è un militare spagnolo, che era a capo di un piccolo fortino “furtecillo” con una guarnigione di 14 soldati spagnoli, venuto a conoscenza che gli olandesi e i ternatesi si stavano preparando ad attaccarlo ed essendo il fortino piccolo e indifendibile di fronte a così tanti nemici, decise assieme ai suoi soldati di andare incontro alle truppe nemiche all’aperto, rendendosi conto della situazione disperata in cui erano, il militare si mise nelle mani del Signore per tramite di San Francesco Saverio. Lo scontro ebbe inizio e nel momento più cruento della battaglia, alcuni soldati spagnoli si accorsero di un gesuita che dalle mura del piccolo forte stava scacciando gli olandesi, secondo il testimone era San Francesco Saverio, grazie a quest’intervento miracoloso, le truppe nemiche furono costrette alla fuga.46 Una lettera di Both, del 1 gennaio 1614, al consiglio della VOC in Olanda riporta l’invio di 5 pitture dei forti catturati con l’esclusione del forte portoghese di Tidore.47
GLI SPAGNOLI ABBANDONANO LE LORO FORTIFICAZIONI AD HALMAHERA
A questo punto, nel luglio 1613, il governatore spagnolo di Ternate, D. Jerónimo de Silva, prese la decisione di ritirare le guarnigioni spagnole dall’area di Moro (vennero smantellate le fortezze di Tolo e Sabugo), per concentrare tutte le proprie forze sulla difesa di Ternate e Tidore.48 L’effettivo abbandono di San Juan de Tolo viene portato a compimento nel mese di agosto del 1613.49
In una sua lettera de Silva indica la decisione di abbandonare Sabugo una decisione presa di comune accordo con i capitani e i religiosi. Fu deciso di smantellare Sabugo perché era quella che costava di più e che dava meno frutti e a causa della scarsità di tempo fu abbandonata tutta l’artiglieria.50
L’abbandono delle due fortezze di Sabugo (“dos fuerças que su magestad tenia en el Rio de Sabugo una en la boca del y otra arriba en el puerto”) e del presidio di San Juan de Tolo fu causa di grave danno per la reputazione degli spagnoli nelle isole. Con Sabugo venne perso un importante centro per l’approvvigionamento di viveri per le guarnigioni, inoltre a causa del precipitoso abbandono dei forti venne abbandonata tutta l’artiglieria, le munizioni e i viveri “… que se auian metido para un año”. Secondo Don Fernando de Becerra sarebbe stato possibile trasferire in poco tempo la gran parte dell’artiglieria e dei viveri alla vicina fortezza di Jailolo. Inoltre secondo l’opinione del capitano Gregorio de Vidaña, per poter controllare Sabugo e il suo vitale commercio poteva bastare aver mantenuto occupato il solo forte alla foce del fiume.
Per quanto riguarda l’importanza di San Juan de Tolo, c’è da dire che con questo presidio gli spagnoli controllavano tutta la provincia di Moro, che comprendeva la costa nord dell’isola di Halmahera e l’intera isola di Morotai, la zona, dove fin dall’epoca dei portoghesi avevano lavorato i missionari, era ricca di cristiani (Vidaña stima in 3000 il loro numero, mentre Francisco Ribera y Aragon ci dice che sono quasi 2000) e il loro abbandono fu un grave smacco per gli spagnoli, tanto più considerando il fatto che per presidiarla bastavano soltanto 20 soldati spagnoli. L’abbandono di un così gran numero di cristiani provocò scarsa fiducia negli altri indigeni nei confronti delle promesse degli spagnoli e certo non favorì altre conversioni. 51 All’abbandono di Tolo i gesuiti trasferirono con loro a Ternate 16 ragazzi, figli dei capi della zona, per istruirli alla fede cattolica, allo scopo gli alloggiarono nella loro casa dove aprirono un piccolo seminario.52
L’effettivo abbandono di San Juan de Tolo venne portato a compimento nel mese di agosto del 1613. L’alfiere Francisco Ribera y Aragón, che governò le forze di Tolo e Morotay per due volte e per un periodo totale di oltre tre anni, con una sua lettera scritta proprio da San Juan de Tolo il 1 agosto 1613 ci prova senza ombra di dubbio che fino a quella data Tolo era ancora occupata dagli spagnoli.53
I SOCCORSI DEL 1613 , 1614 E 1615
Il 7 ottobre 1613, partì dalle Filippine una spedizione di soccorso per le Molucche, essa era composta da 2 galere e da 5 fregate ed era comandata da Don Fernando de Ayala, era a capo di una delle 2 galere Pedro Tellez de Almazan (egli era stato nominato capo delle galee di Ternate.54 Alcuni vascelli e una galera fecero però naufragio a Calabite, sulla costa dell’isola di Mindoro, i naufraghi vennero tutti uccisi dagli indigeni. Nessuna delle imbarcazioni inviate con questa spedizione riuscì a raggiungere Ternate.55
A causa del mancato arrivo del socorro di ottobre, una nuova flotta venne inviata su finire di novembre 1613 da Manila a Ternate, essa giunse nel gennaio 1614. Al comando della flotta era il sergente maggiore Zapata. Tra le imbarcazioni che arrivarono a Ternate c’erano la galera Santa Margarita, un patacco e due piccole fregate. Con le navi del “soccoro” deve essere arrivato anche il frate Pedro de los Cobos.56
Il 1 gennaio 1614, a Pedro de Hermua viene ordinato di lasciare il comando del forte di San Pedro y San Pablo, a sostituirlo Geronimo de Silva inviò il sergente maggiore Juan Gutierrez Paramo. A Hermua viene ordinato di presentarsi presso de Silva per ricevere ordini lasciando la sua compagnia nel forte.57 Gli ordini a cui fa riferimento de Silva vengono svelati in un altra lettera inviata a Fernando Centeno Maldonado nella quale solleva Maldonado dall’incarico di capo di Jilolo e al suo posto viene nominato “cauo superior en la dha fuerza de Xilolo y Cufaza (Bufaza?)” Pedro de Hermua.58
Nel maggio 1614, un nuovo socorro viene inviato a Ternate, al suo comando in un primo momento era stato designato don Fernando Centeno, ma poi gli fu preferito il capitano don Pedro Tellez. Le imbarcazioni non giunsero a Ternate perché incontrarono a trenta leghe da Ternate, una flotta olandese e furono costrette a rifugiarsi nel porto della Caldera. Da questo porto una delle galere venne inviata a Manila, dove giunse nel luglio 1614, per far conoscere al governatore l’insuccesso della spedizione. Pedro Tellez inoltre informava de Silva che gli olandesi controllavano, con la loro flotta, ogni passaggio per Ternate rendendo impossibile il passaggio alle imbarcazioni spagnole, egli comunque avrebbe fatto l’impossibile per poter raggiungere Ternate. E sembra che riuscì a raggiungere Ternate.59 Il governatore delle Filippine Juan de Silva, dispera di poter inviare nuovi soccorsi prima della fine di settembre 1614.60
Il 19 agosto 1614, Juan Gutierrez Paramo viene inviato a Manila da Geronimo de Silva per far conoscere al governatore lo stato dei presidi delle Molucche.61 Il sergente maggiore Esteban de Alcazar62 dopo essere stato richiamato, nel 1614, da Ternate per dare conto al governatore della situazione in cui versavano le isole Molucche, venne incaricato di comandare la nuova spedizione di soccorso allestita sembre nello stesso anno, 1614, la nuova flotta era composta da 2 galere, 3 patacchi e 1 fregata (Nuestra Sseñora de los Rremedios)63 presero parte alla spedizione due navi, una “hurca”, una fregata e due galere64 erano “quatro nabios dos galeras” su cui erano imbarcate tre compagnie di fanteria spagnola.
La spedizione salpò nell’ottobre 1614 (secondo le istruzioni il giorno della partenza doveva essere il 4 di ottobre), raggiunse Cebu, dove il padre Colin ci narra di un curioso episodio: Qui mancando un cappellano per l’armata e avendolo chiesto al rettore del collegio che rispose negativamente, il comandante della spedizione Esteban de Alcazar, praticamente “rapì” il padre Pedro Martinez, che era salito a bordo di una galera per confessare i soldati, facendo improvvisamente salpare l’imbarcazione con il gesuita a bordo.65
Il viaggio si svolse senza incidenti, e nonostante il pericolo rappresentato dalle navi olandesi (si parla di 10 galeoni olandesi che davano la caccia al soccorso spagnolo), tutte le imbarcazioni giunsero salve a Ternate dopo solo 14 giorni di navigazione. Gli ordini erano di lasciare a Ternate le due galere e di rimandare immediatamente nelle Filippine le altre navi del soccorso. Il padre Martinez giunto a Ternate ebbe il piacere di confessare molti indios delle isole Bisayas di cui conosceva la lingua, egli fece ritorno a Cebu con le stesse imbarcazioni nel marzo 1615 dopo un viaggio di ritorno di 64 giorni, in tutto il suo viaggio durò 5 mesi.66 Il buon successo di questa spedizione fu importante per gli spagnoli anche in virtù del fatto che i precedenti “socorros” erano andati completamente persi o avevano raggiunto Ternate solo in minima parte.67
Ad indicare l’importanza che gli spagnoli davano a Tidore è anche il fatto che su preciso ordine di Juan de Silva anche il governatore di Ternate, Gerónimo de Silva, negli ultimi mesi del 1614 si trasferì a Tidore, egli risiederà nell’isola, nella nuova fortezza costruita dagli spagnoli, per lunghi periodi negli anni 1615 e 1616.68 Nella “Correspondencia” di Geronimo de Silva, risultano scritte da Tidore le lettere datate: 5 maggio 1612, 12 dicembre 1614, 12 maggio 1615, 13 luglio 1615, 19 agosto 1615, 8 marzo 1616, 1 aprile 1616, 17 aprile 1616, 17 giugno 1616, 25 giugno 1616, 8 agosto 1616, 20 agosto 1616 e 12 marzo 1617.
Nel 1614 il vicerè dell’India portoghese rispose alle pressanti richieste di Juan de Silva per l’invio di un armata portoghese alle Molucche in aiuto delle truppe che il governatore delle Filippine stava preparando per combattere gli olandesi. Il vicerè fa presente che la richiesta di aiuto è giunta troppo tardi per poter inviare durante quest’anno l’armata di soccorso, ma promette che con il nuovo anno lo farà certamente.69
Il 15 febbraio 1615 giunsero a Ternate 8 “galeotas” portoghesi comandate da Gonçalo Rodrigues de Sousa (Ruy González de Sequeira??), il giorno in cui arrivarono queste galeotte Ternate era assediata da 11 navi olandesi, nonostante questo i portoghesi riuscirono ad arrivare sani e salvi nel porto di Ternate. L’arrivo delle galeotte portoghesi costrinse gli olandesi ad abbandonare l’assedio.70 De Silva ci dà informazioni diverse rispetto a questo soccorso, infatti ci dice che esse giunsero il 16 febbraio e non erano 8 bensì solo 4 “galeotas”.71 In un altra lettera indica invece la data del 17 febbraio. Le galeotte avevano a bordo 150 soldati di fanteria portoghesi.72
Nell’aprile 1615, su ordine di Geronimo de Silva, Maldonado fu a Jilolo, dove era capo Pedro de Hermua, a cui vennero impartiti gli ordini per cedere la sua compagnia a Maldonado e la licenza per andare a Manila. A Jilolo rimase come capo del presidio il capitano Francisco de Bera. A Hermua viene concessa licenza per andare a Manila. Quando Maldonado ritornò da Manila con la carica di sergente maggiore e con il comando di una compagnia di archibugeri, la compagnia era quella di Pedro de Hermua, per cui il governo di Hermua a Jilolo finisce all’incirca nell’aprile/maggio 1615.73 A conferma di questo è la lettera di Geronimo de Silva del 12 aprile 1615 lettera in cui Fernando Centeno Maldonado va a Jilolo per sostituire, come capo di Xilolo, Hermua con il capitano Francisco de Vera y Aragon. Hermua riceve l’ordine di imbarcarsi con tutta la sua compagnia.74
Il continuo stato di guerra con gli olandesi crea immensi problemi finanziari agli spagnoli, che spendono gran parte dei loro denari per mantenere le guarnigioni delle Molucche, inoltre la guerra impedisce agli spagnoli di ricevere benefici commerciali dai loro possedimenti di Ternate e Tidore, infatti la gran parte del commercio dei chiodi di garofano è in mano agli olandesi, che posseggono il controllo dei mari e hanno in loro possesso le isole dove crescono i migliori chiodi di garofano. Altro grave problema che si trovò ad affrontare Gerónimo de Silva fu quello della ribellione del Principe di Tidore, egli si innamorò perdutamente della moglie del deceduto sultano di Gilolo e figlia del sultano di Ternate.
LE FORZE IN CAMPO
Per avere un idea della disparità delle forze in campo. In un memoriale datato 1640, vengono elencati i forti in possesso degli olandesi nell’anno 1616: Malayo, Toloco, Tacubo, Malaca, Tacome, Marieco, Motir, Nofagia, Tafacen, Tabelole, Bermevelt, Tabori, Gilolo, Amboino, Lagu, Maruco, Mozovia, Belgio, Bantan. In questi 19 presidi erano presenti, nel 1616, 3.000 soldati. Mentre i forti erano armati con 193 cannoni di bronzo, 310 cannoni di ferro e 300 mortai di pietra (pedreros) inoltre gli olandesi avevano una forza di 30 galeoni da guerra.75
Alla metà del 1616 sono poco più di 200 soldati i spagnoli a presidio dei forti di Tidore e cioè nei forti di Santiago, del Príncipe, di Tomanira e di Socanora.76 “…por las pocas fuerzas que hoy tiene el rey de Tidore, por ser muy solo y no tener en su isla lo que tenia hasta aqui, por lo que me conviene tener siempre en esta isla sobre ducientos hombres en la plaza de Santiago y en el fuerte del Principe, Tomanira y Socanora.77 Altri 200 soldati sono a presidio della città di Ternate. Raramente i soldati spagnoli presenti nelle Molucche superano le 600 unità. A livello navale il confronto è improponibile; gli spagnoli hanno spesso solamente una galera, ma talvolta neanche quella. La disparità delle forze in campo è evidente.
LA SPEDIZIONE DI DON JUAN DE SILVA
Nei propositi del governatore delle Filippine Don Juan de Silva, una grossa spedizione congiunta tra spagnoli e portoghesi doveva riuscire a sbaragliare una volta per tutte le forze olandesi presenti nelle isole indonesiane. Anche gli olandesi si mostrarono timorosi di una tale spedizione.78
Nel 1612 allo scopo di accordarsi con il viceré dell’India portoghese, de Silva aveva inviato in India l’ex governatore di Ternate Cristobal de Azcueta ma l’intera spedizione scomparse in un naufragio avvenuto tra Manila e Macao. Il governatore delle Filippine non si perse d’animo e questa volta affidò l’incarico di raggiungere Goa a due gesuiti, essi erano il padre Pedro Gomes, rettore della compagnia a Ternate e il padre Juan de Ribera capo del collegio di Manila. I due gesuiti partirono sul finire del 1614 (Ribera partì il 21 novembre 1514 dal porto di Cavite) in due flotte diverse alla volta di Goa, dove giunsero senza problemi nel 1615. L’accordo che i due padri raggiunsero con il viceré portò i portoghesi a contribuire con 4 grossi galeoni che vennero inviati alla volta di Malacca. Il padre Pedro Gomez, ritornò a Manila nel luglio 1615 per avvertire il governatore dei risultati della spedizione e per far presente che i 4 galeoni sarebbero presto partiti per le Filippine.
De Silva, stava preparando una grande flotta. Egli per procurare artiglieria per questa spedizione indebolì le difese della città di Manila con gravi rischi in caso di attacco alla città da parte degli olandesi. Non vedendo arrivare i galeoni portoghesi che gli erano stati promessi, pensò di andare loro incontro. Nonostante il parere negativo di molti suoi subordinati egli decise di partire nel febbraio 1616 alla volta di Malacca, invece di dirigersi subito verso le Molucche dove sembra che Jeronimo de Silva, avesse già concluso accordi con gli indigeni delle isole di Maquien e Motiel che in caso di arrivo di questa grande spedizione essi si sarebbero ribellati agli olandesi e avrebbero aiutato gli spagnoli.79
Al momento della partenza per Malacca, il governatore godeva di cattiva salute, sembra che la malattia si fosse già manifestata prima della partenza da Manila. Ci sono testimonianze della malferma salute del governatore fin dalla prima spedizione alle Molucche del 1611. Egli già diverse volte aveva inviato petizioni al Re per essere sostituito nel suo incarico e per poter tornare in patria.
Il 9 febbraio 1616, comunque, il governatore delle Filippine, partì da Manila alla testa di una grande spedizione composta da 10 grossi galeoni, 4 galee, un patacco e altre imbarcazioni minori. I galeoni erano la capitania “Salvadora” di 2000 tonnellate di stazza, la almiranta “San Marcos” di 1700 tonnellate, i due galeoni “San Juan Bautista” e “Espiritu Santo” ognuno di 1300 tonnellate, e poi più piccoli i galeoni “San Miguel” (800 tonnellate), “San Felipe” (800 t.), “Nuestra Señora de Guadalupe” (700 t.), “Santiago” (700 t.), “San Andres” (500 t.), “San Lorenço” (400 t.). Su tale flotta erano imbarcati 5000 uomini tra soldati e marinai, dei quali poco meno di 2000 spagnoli, era presente anche un unità di fanteria di soldati giapponesi (comandata dal capitano Francisco Moreno Donosso)80, per finire erano circa trecento i pezzi di artiglieria imbarcati sulle navi. Presero parte alla spedizione anche 6 gesuiti.
La flotta era la maggior armata vista nelle isole ci dice il padre Colin, che si meraviglia che “en tierra tan recien conquistada, y poblada de Españoles, y la mas remota, y distante de toda su monarchia, pudiesse llegar a quaxarse una tal maquina”. De Silva si diresse verso lo stretto di Malacca, dove nelle sue intenzioni doveva unire le sue forze con un armata portoghese e insieme attaccare prima la fattoria olandese di Giava e poi le basi olandesi nelle isole Molucche. Ma la flotta portoghese inviata dal vicerè da Goa, era già stata completamente distrutta nella vicinanze di Malacca, essa venne attaccata da navi olandesi e i portoghesi per impedire la cattura da parte degli olandesi dei grossi galeoni furono costretti a bruciarli. L’armata spagnola entrò nello stretto di Singapore il 25 febbraio 1616. Dallo stretto di Singapore, de Silva inviò con un “socorro” a Ternate Juan Gutierrez Paramo, con nuovamente l’incarico di sergente maggiore.81 Probabilmente assieme a Paramo venne inviato a Ternate anche Juan de la Umbria.82
Le condizioni di salute di de Silva peggiorarono e il 19 aprile 1616 dopo undici giorni di sofferenza spirò nella città di Malacca. Tutta l’impresa si concluse in un colossale fiasco, niente fu fatto contro gli olandesi e la morte di de Silva a Malacca, avvenuta poco dopo il suo arrivo, causò la fine ingloriosa di questa spedizione. L’armata ritornò a Manila agli inizi del giugno del 1616.83 Inoltre a causa delle febbri e delle malattie che colpirono la flotta durante la permanenza a Malacca e nello stretto di Singapore, gran parte degli uomini della flotta morirono, le navi fecero ritorno a Manila “sin jente”.84
La decisione di de Silva di passare prima da Malacca invece che di puntare direttamente sulle Molucche è alquanto strana, anche considerando che i galeoni portoghesi dovevano secondo gli accordi raggiungere le Filippine per unirsi alla flotta spagnola. All’epoca della partenza da Manila di de Silva essi dovevano essere arrivati da tempo se non fossero stati intercettati dagli olandesi. Stranamente de Silva volle comunque tentare di unire le proprie forze con quelle portoghesi, nonostante questa volta avesse ai suoi comandi una grossa e importante forza navale e la situazione degli olandesi nelle Molucche fosse molto precaria come ci informano diversi testimoni, “el enemigo estua flaco en aquella saçon”.Secondo Vergara era certo che se la flotta spagnola si fosse recata senza indugio direttamente alle Molucche senza passare da Malacca, gran parte delle isole sarebbe stata catturata dagli spagnoli.85 Fu questo probabilmente l’errore decisivo degli spagnoli in questa parte del mondo, se de Silva avesse agito in modo diverso ciò avrebbe potuto cambiare il corso della storia delle isole delle spezie.
DEFEZIONI NELLE FILE OLANDESI
Nell’aprile 1616, un sergente olandese, Arnaut de Capeu, fuggì dalla fortezza di Malayo e si rifugiò presso gli spagnoli, esiste la dichiarazione giurata di questo olandese rilasciata a Ternate il 28 aprile 1616. Egli era giunto a Malayo da circa un mese, per la rotta dello stretto di Magellano, con la flotta di Jorge de Spielberg con cui erano giunte alle Molucche 6 imbarcazioni con 550 uomini tra soldati e marinai. Egli informa gli spagnoli che gli olandesi stavano febbrilmente fortificando le muraglie di Malayo in vista dell’arrivo dell’armata di Don Juan de Silva, armata che come abbiamo visto mai si materializzò nelle acque delle Molucche.
A Malayo correva voce che non appena altri rinforzi fossero giunti agli olandesi essi sarebbero stati spediti a Tidore a prendere quello che il principe aveva promesso al governatore Lorenzo Real, e cioè la sottomissione del regno di Tidore agli olandesi e le cessione della fortezza di Samafo (potrebbe essere il villaggio sull’isola di Halmahera, oppure Gamafo, il forte del Re di Tidore, situato sopra il “Lugar Grande”), tutto questo in cambio della mano della regina di Jailolo di cui era perdutamente innamorato. Gli olandesi secondo le informazioni raccolte a Malayo sembra che avessero trenta o quaranta vascelli in tutte le Molucche.86 Il 30 settembre del 1616 gli olandesi vennero duramente sconfitti a Oton.87
La notizia della morte di Juan de Silva tardò molto ad arrivare a Ternate, il dispaccio che informava della morte del governatore fu inviato dal capitano generale di Manila il “licenziado” Andrés de Alcazar ed era datato 3 novembre 1616, arrivò a Ternate il 26 dicembre 1616.88 La notizia della morte di Juan de Silva venne portata da una flotta di 6 “champanes” (uno dei quali era di Francisco Melendez), che erano partiti nel mese di dicembre 1616 dalle Filippine. Questa flotta era pronta già da alcuni mesi (doveva essere il socorro dei primi mesi del 1616), ma a causa della presenza di 9 navi olandesi nella baia di Manila la sua partenza era stata rinviata. Le navi su cui era imbarcata una compagnia di fanteria al cui comando era il capitano Juan de la Umbria, che comandava anche l’intera flotta, vennero caricate di riso e di altri generi alimentari alla Villa di Arevalo e poi partirono alla volta di Ternate che venne raggiunta senza difficoltà il 26 dicembre 1616.89
Otto champan vennero inviati a Ternate (nel 1616 ?) con provviste, di questi solo sei raggiunsero la destinazione, le provviste inviate comunque furono di grande aiuto per le truppe spagnole. Dovrebbe essere questa la flotta di “socorro” comandata da Juan de Azebedo (Azevedo) che secondo quello che è riportato nei suoi “Meritos” era composta da “cinco nauios, dos galeras” e da due compagnie di soldati.90 Nel 1616, Juan de Azevedo, fu a capo del soccorso che venne inviato a Ternate composto da 5 navi, 2 galere e due compagnie di soldati.91
Dopo la morte del governatore delle Filippine, Don Juan de Silva, il governatore delle Molucche, Don Jeronimo de Silva, venne nominato capitano generale delle isole Filippine in attesa che un nuovo governatore venisse nominato dal re. Geronimo de Silva al momento di lasciare Ternate per Manila per prendere l’incarico del governo delle Filippine, nominò Juan Gutierrez Paramo, come suo successore, ma pochi giorni dopo la partenza di de Silva arrivò il successore designato dall’Audiencia, Lucas de Vergara Gaviria.92 Probabilmente la partenza di de Silva da Ternate è da datarsi nella notte tra il 13 e il 14 aprile 1617.93
LE ACCUSE A DE SILVA
Durante il suo governo, Gerónimo de Silva, venne accusato da più parti di commerciare e contrabbandare per i propri interessi a discapito degli interessi del Re e di promuovere a cariche importanti solo i personaggi a lui legati. Gregorio de Vidaña, capitano di una compagnia di archibugieri di fanteria spagnola, ci informa che già tre giorni dopo la presa di possesso da parte di de Silva del governo delle Molucche, giunse a Ternate una fregata comandata da Antonio Gomez, di cui era proprietario lo stesso Gerónimo de Silva, essa era carica di viveri (riso, vino, sardine, aceto di cocco, carne ecc.) che vennero sbarcati nel porto di Tidore (“que será cinco leguas de Terrenate”), dove venne eretta allo scopo una “casa y tienda” dove poi furono vendute per conto di de Silva. Lo stesso viaggio venne ripetuto anche negli anni successivi, 1613 e 1614. Antonio Gomez, per i suoi servigi al governatore, dice sempre Vidaña, venne promosso a capitano di fanteria e a capo delle galere. La stessa politica venne perseguita con un altro suo assistente, San Juan, che fu promosso a sergente, alfiere, aiutante di sergente maggiore e infine capitano di fanteria.
Un’altra accusa portata a de Silva fu quella di aver abolito l’usanza che permetteva agli indigeni che si convertivano al cristianesimo, di vendere gli schiavi (prigionieri ?) che catturavano al nemico e con la cui rendita si arricchivano. Questa usanza aveva permesso un notevole incremento nel numero di indigeni che si battezzavano e che passavano sotto la protezione spagnola, stabilendosi nella città di Ternate dove era rapidamente cresciuto un loro quartiere, fuori dalle mura della città. Questi indigeni erano chiamati “Merdicas” che significa gente libera. I Mardicas grazie a questa possibilità che veniva loro offerta generalmente compivano spontaneamente incursioni contro i ternatesi due tre volte la settimana, causando grande apprensione e danno nei nemici, inoltre queste azioni permettevano agli spagnoli di essere costantemente informati di quello che succedeva a Malayo. 94
Sull’operato di Gerónimo de Silva durante il suo governo di Ternate (e poi delle Filippine) nell’anno 1618 venne aperta un “información” su istanza di Don Juan Ronquillo (Alguacil mayor dell’Audiencia di Manila). Le accuse portate contro il governatore furono molteplici e portate da molti testimoni, esse andavano dall’accusa di cattiva amministrazione delle cose reali, al contrabbando per proprio conto di merce, alla sottrazione dai magazzini reali dei chiodi di garofano, allo smantellamento senza una giusta motivazione delle fortezze di Sabugo e Tolo nell’isola di Halmahera, alla perdita del forte di Marieco e di quello dei portoghesi, al nepotismo, fino al cattivo rapporto con i soldati (sembra che durante il suo governo oltre cento soldati siano passati al nemico), con la popolazione locale e con i gesuiti.
Addirittura alcuni testimoni (Pedro de Heredia secondo la propria testimonianza e poi il Principe di Tidore secondo la testimonianza di D. Antonio de Arceo) giunsero a dire che se fosse stato al soldo degli olandesi non poteva aver fatto miglior servizio alla loro causa. Sempre Pedro de Heredia testimonia che de Silva al suo arrivo a Ternate disse chiaramente in pubblico che chiunque volesse essere suo amico non gli parlasse di cose di guerra perché egli non era giunto alle Molucche per guerreggiare, ma per guadagnare denaro.95
A sua difesa, de Silva scrisse una petizione al governatore don Alonso Fajardo de Tenza. Con la quale accusa molti dei suoi accusatori di incompetenza. Per esempio, Don Fernando de Becerra, viene accusato di aver compiuto atti di pirateria contro dei vassalli del re di Macassar (Celebes, Manado), fedele alleato degli spagnoli. Ancora Becerra, capo del forte di San Pedro y San Pablo, venne arrestato proprio perché aveva abbandonato il forte per venirsene a Ternate senza licenza. Sempre secondo de Silva all’epoca in cui era capitano del forte di Tidore, Becerra, ebbe grossi problemi anche con il re e il principe di Tidore.
Quasi buffo è il comportamento di Becerra descritto da de Silva durante l’attacco olandese al vecchio forte portoghese, egli nel momento cruciale dello sbarco degli olandesi si ritirò nella fortezza a cambiarsi d’abito (“… á mudar una camisa…”) , di modo che le truppe nemiche non trovarono ostacoli durante lo sbarco e poterono assalire e occupare il forte, de Silva rincara poi la dose dicendo che è risaputo che Don Fernando non sapeva da che parte era sbarcato il nemico.96
Don Jeronimo de Silva raggiungerà il porto di Cavite nelle Filippine il 7 maggio 1617. L’indole di Don Jeronimo viene giudicata troppo dura e severa e molti soldati si erano lamentati del suo cattivo carattere e del suo cattivo trattamento dei soldati sia negli atti che nelle parole. Egli venne accusato anche di mettere nei posti chiave suoi parenti e amici.97
Scritto da Marco Ramerini.
Questo studio è formato da 11 capitoli:
1: I primi contatti degli spagnoli con le Molucche
3: Il governo di Juan de Esquivel, Maggio 1606-Marzo 1609
4: Il governo di Lucas de Vergara Gabiria (che fa le funzioni), Marzo 1609-Febbraio 1610
5: Il governo di Cristóbal de Azcueta Menchaca (che fa le funzioni), Febbraio 1610-Marzo 1612
6: Il governo di D. Jerónimo de Silva, Marzo 1612-Aprile 1617
7: Il governo di Lucas de Vergara (Bergara) Gabiria (secondo termine), Aprile 1617-Febbraio 1620
8: Il governo di D. Luis de Bracamonte (che fa le funzioni), Febbraio 1620-1623
9: Il governo di Pedro de Heredia, 1623-1636
10: Il governo di D. Pedro Muñoz de Carmona y Mendiola (che fa le funzioni), marzo (?) 1636-gennaio 1640
11: Gli ultimi governatori spagnoli delle Molucche
12: Bibliografia
1 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)
2 (Pérez p. 218 e “Lettera di D. Gerónimo de Silva al re, Ternate” In: Correspondencia p. 109)
3 (Pérez p. 217-218) (Doc. Mal. III p. 214 Doc. n°59)
4 (Vedi sua dichiarazione in: AGI “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)(AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)
5 (Doc. Mal. III p. 201 Doc. n°56, nota 4) e (Doc. Mal. III p. 214 Doc. n°59) (Correspondencia pp. 15-17) e (Pérez p. 218)
6 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 265-266 nota n°3)
7 Questa descrizione è interessante perché ci permette di conoscere i nomi dei bastioni della città di Ternate che erano rivolti verso il mare.
8 (Doc. Mal. III p. 216 Doc. n°59) (Pérez p. 218-219) (Correspondencia pp. 18-20 e p. 119) (AGI: “Carta de Jerónimo de Silva a Juan Ruiz de Contreras. Terrenate, 8-04-1612” Patronato,47,R.35) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
9 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 2 maggio 1612” In: Correspondencia p. 21)
10 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 8)
11 (Doc. Mal. III p. 218 Doc. n°59)
12 (AGI: “Carta del rey de Tidore al Rey de España, 20-04-1612” Patronato,47,R.36)
13 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 6)
14 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3)
15 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia p. 13))
16 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia pp. 6-8)
17 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
18 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)
19 (“Generale Missiven” vol. I pp. 8-15)
20 (AGI: “Meritos, Fernando de Ayala, 27-07-1643 Indiferente,112,N.47) (AGI: “Méritos y servicios Fernando de Ayala Filipinas, 23-07-1622” Patronato 53 R.25)
21 (“Carta di Fernando de Ayala, Terrenate, 1 maggio 1613” in AGI: “Confirmación de encomienda de Bongol, etc. Juan de Espinosa y Zayas. 10-10-1618” Filipinas,47,N.11)
22 (“Lettera dell’alfiere Juan Centeno a D. Gerónimo de Silva, Maxico, 20 luglio 1612” In: Correspondencia p. 34).
23 Moro non era un isola vera e propria, ma con questo nome veniva indicata la zona nord dell’isola di Halmahera e l’intera isola di Morotai.
24 (Appendix B “Early years of the Dutch in the East Indies” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 15 p. 324-326) e anche (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re Felipe III, Ternate, 13 aprile 1612” In: Correspondencia pp. 6-7)
25 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) p. cccxxvii, AGI 105-2-1, lib. 2, f. 151 v.)
26 (Pérez pp. 220-221)
27 (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
28 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)
29 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re di Tidore, Ternate, 14 febbraio 1613” e “Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 1613” In: In: Correspondencia p. 88, 98)
30 (Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” pp. 50-51) (Pérez pp. 221-222)
31Il forte della città di Tidore: Santiago de los Caballeros.
32Con tutta probabilità questa batteria è il forte dei portoghesi.
33 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. VIII” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “The Voyage of Captain Saris, in the Clove, towards Japan, with Observations respecting the Dutch and Spaniards at the Molucca Islands”)
34 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)
35 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)
36 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)
37 (A General History and Collection of Voyages and Travels, Vol. IX” SECTION XV. “Eighth Voyage of the English East India Company, in_ 1611, _by Captain John Saris” “Farther Observations respecting the Moluccas, and the Completion of the Voyage to Japan”)
38Secondo Pérez, l’attacco fu iniziato il 7 luglio 1613, il forte attaccato era quello chiamato “de los portugueses”, che venne bombardato per 4 ore da 6 navi, al termine di questi bombardamenti il forte era completamente distrutto e nella battaglia morirono 50 soldati spagnoli. Il giorno dopo, 8 luglio 1613, due navi olandesi e alcune “caracoas” si dirigono verso Sakanosa (Sakanora), gli olandesi conquistarono subito una collina che dominava il forte spagnolo, gli spagnoli, però reagirono prontamente e con a capo l’alfiere Pedro de la Fuente riuscirono a sloggiare gli olandesi e a mettereli in rotta con gravi perdite. Il giorno seguente gli olandesi tentarono nuovamente di conquistare il forte, ma anche questa volta essi vennero respinti. (Pérez p. 222)
39 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva a Don Juan de Silva, Ternate, 18 luglio 1613” In: Correspondencia p. 148)
40 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 318 nota n°1)
41 (“Lettera del Re di Tidore a D. Gerónimo de Silva, Tidore, 9 luglio 1613” In: pubblicata nella “Correspondencia” p. 138)
42 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)
43 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)
44 (“De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” In: “Verhaal Both” vol. II, pp. 349-352 e “Brief 15” vol. II, pp. 284-286) (Correspondencia pp. 138-179) (Jan Pietersz. Coen pp.16-21) (Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” pp. 50-51) (Pérez pp. 221-222)
45 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al re di Tidore, Ternate, 17 novembre 1613” In: Correspondencia pp. 178-179)
46 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 569)
47 (“Generale Missiven” vol. I p. 26)
48 (Doc.Mal. III p. 16*)(Wessels “De katholieke missie in de Molukken..” p. 51)
49 (Doc.Mal. III p. 255 Doc. n° 66 & p. 297 Doc. n° 78)
50 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)
51 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3; p. 315 nota n°1; p. 571 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)
52 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 570 nota n°1)
53 (Doc.Mal. III p. 255 Doc. n° 66 & p.297 Doc. n° 78) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III p. 569 nota n°1; pp. 571-572 nota n°1)
54 (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)
55 (Aduarte, Diego “Historia de la Provincia del Sancto Rosario” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. (“The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 30, pp. 144-145) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 287-289 nota n°1)
56 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva al governatore delle Filippine, Ternate, 20 gennaio 1614” In: Correspondencia pp. 184-191)
57 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 1 gennaio 1614 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)
58 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 5 gennaio 1614 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)
59 Vedi (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)
60 (AGI: “Carta de Silva sobre mala situación en Terrenate. Manila, 19-07-1614” Filipinas,7,R.4,N.51) (AGI: “Informaciones, Pedro Téllez de Almazán, 1620” Mexico,235,N.6)
61 (“Lettera di D. Gerónimo de Silva all’arcivescovo di Manila, Ternate, 15 settembre 1614” In: Correspondencia p. 251)(AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)
62 Esteban de Alcázar era giunto a Ternate con la spedizione di Don Juan de Silva nel 1611 e per i tre anni successivi era rimasto nelle Molucche, era per cui un buon conoscitore della situazione delle isole.
63 (Secondo: (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57)
64 (Secondo: (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
65 (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
66 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 289-290 nota n°1 e pp. 328-329) (AGI: “Parecer de la Audiencia sobre Esteban de Alcazar, 07-08-1615” Filipinas,20,R.9,N.57) (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
67 (AGI: “Meritos Esteban de Alcázar, 1623-07-19” Indiferente,161,N.81)
68 Gli ordini per Geronimo de Silva erano chiari, doveva trasferirsi a Tidore con il maggior numero di soldati possibile, lasciando comunque una buona guarnigione a Ternate. “Tanto de carta quel señor don Juan de Silva escribió á el señor don Geronimo de Silva en 20 de setiembre de 1614” In: AA. VV. “Correspondencia” 255
69 (Bocarro “Decada 13” vol. I pp. 279-280)
70 (Bocarro “Decada 13” vol. II pp. 401-404)
71 (Correspondencia pp. 289-292)
72 (Correspondencia p. 302)
73 (AGI: “Informaciones Fernando Centeno Maldonado, 1615” Filipinas,60,N.18)
74 (Carta di Geronimo de Silva Ternate, 12 aprile 1615 in: AGI: “Confirmación de encomienda de Laglag, etc Pedro de Hermua, 13-07-1619” Filipinas,47,N.28)
75 (“Commerce between the Filipinas and Nueva España” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 30 p. 39)
76 (Rios Coronel, Hernando de los “Memorial y relacion…” 1621, Madrid, Spagna. In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 19 (1620-1621), p. 214 Estratto della lettera di Jeronimo de Silva al governatore D. Juan de Silva, 29 luglio 1616)
77 (“Lettera di Gerónimo de Silva a D. Juan de Silva, Tidore, 8 agosto 1616” In: Correspondencia pp. 387-388)
78 (“Generale Missiven” vol. I pp. 37-38)
79 (Correspondencia pp. 284-285)
80 Vedi “Confirmación de encomienda de San Salvador de Palo, etc.Expediente de confirmación de las encomiendas de San Salvador de Palo, Sampoetan y Ormoc en Leyte a Hernando del Castillo. Resuelto, [f] 1623-08-11” FILIPINAS,47,N.58 Blocco 2 fogli 14-15)
81 (AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)
82 (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60)
83 Per ulteriori informazioni su questa spedizione vedi l’estesa relazione data in: (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 581-646)
84 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)
85 (AGI: “Carta de Lucas de Vergara Gaviria al Rey defensa Maluco. Terrenate, 31 maggio 1619” Patronato, 47, R. 37)
86 (AGI 67-6-37) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 628-631 nota n°1 e pp. 328-329) (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) pp. ccclxxix-ccclxxxiv, AGI 67-6-37)
87 (Pastells “Historia general de Filipinas” Tomo VI (1608-1618) pp. ccclxxxiv-cccxci)
88 (Correspondencia p. 406)
89 (Correspondencia p. 417, 419) (AGI: “Confirmación de encomienda de Marinduque, etc. Juan de la Umbria. 02-10-1623” Filipinas,47,N.60) (AGI: “Confirmación de encomienda de Bondoc. Juan de la Umbria. 02-10-1630” Filipinas,48,N.41)
90 (A.G.I. “Meritos: Juan de Azevedo, 1625” Indiferente, 111, N.56)
91 (AGI: “Meritos, Juan de Acevedo 1625” Indiferente,111,N.56)
92 (AGI: “Confirmación de encomienda de Filipinas. Juan Gutierrez Paramo. 10-03-1625” Filipinas,48,N.1)
93 (“Lettera di Geronimo de Silva al Principe di Tidore, Terrenate 13 aprile 1617” In: Correspondencia p. 439)
94 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266-267 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)
95 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 312-319 nota n°1; p. 315 nota n°1) (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 266 nota n°3 “Declaración jurada del capitan Gregorio de Vidaña, 4-08-1618”)
96 (Colin-Pastells “Labor Evangelica” vol. III pp. 317-318 nota n°1)
97 (Lettera di Licentiate Andres de Alcaraz al re Felipe III, 10 agosto 1617; in Blair vol. 18 pp. 42-45)
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