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Le tre comete del 1618: una testimonianza dalle isole delle spezie, le Molucche

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Scritto da Marco Ramerini – 2021

Nel 1618 in Europa furono visibili tre comete molto luminose nello spazio di pochi mesi. Un evento rarissimo, al quale ci siamo avvicinati nel 1996-1997 con le due spettacolari comete di fine secolo: la Hyakutake e la ancor più spettacolare Hale-Bopp, che fu visibile a occhio nudo per ben 18 mesi. Anche le tre comete del 1618 furono tutte e tre facilmente visibili ad occhio nudo. Queste comete hanno avuto anche la particolarità di essere state le prime comete ad essere osservate usando anche il telescopio astronomico.

La prima cometa, catalogata oggi con il nome di C/1618 Q1 fu vista nei cieli europei alla fine di agosto del 1618. Fu infatti osservata per la prima volta in Ungheria il 25 agosto 1618. Anche l’astronomo Keplero riuscì ad osservarla tra il 1 e il 25 settembre 1618. La seconda cometa, catalogata come C/1618 V1 fu vista all’inizio di novembre 1618. Questa cometa fu scoperta il 10 novembre in Sicilia, e vista lo stesso giorno anche a Roma.

La terza cometa fu la più spettacolare e di gran lunga la più brillante delle tre. Questa cometa è stata catalogata come cometa C/1618 W1. In Europa la terza cometa fu scoperta la mattina del 29 novembre dal famoso astronomo tedesco Giovanni Keplero (Johannes Kepler), che osservava il cielo dalla città di Linz in Austria. La cometa aveva, come spesso accade per le comete molto luminose, una doppia coda. La cometa per un certo periodo fu visibile anche in pieno giorno. La sua coda si estendeva su 100° di cielo. La cometa raggiunse una magnitudine tra 0 e 1 il 29 novembre. Fu osservata per circa tre mesi, tra la fine di novembre 1618 e il gennaio 1619.

Tra gli astronomi che fecero osservazioni di questa cometa troviamo il gesuita Orazio Grassi a Roma, Pierre Gassendi ad Aix-en-Provence, Wilhelm Schickard nel Württemberg, Il danese Longomontano, osservò una coda di oltre 100° a Copenaghen il 10 dicembre. L’olandese Snellius (Willebrord van Roijen Snell) a Leida. Il gesuita svizzero Johann Baptist Cysat osservò la cometa da Ingolstadt.

Stranamente sembra che nessuna di queste comete fu osservata da Galileo Galilei che in quel periodo era a letto sofferente di artrite e che sembra non abbia visto neanche la cometa più luminosa. Per questo fatto ho una mia spiegazione: Galileo non credeva che le comete fossero oggetti celesti e per questo motivo forse non le osservò, ma voglio credere che un’occhiata certamente gliela avrà data. Galileo non ha mai dichiarato esplicitamente che le comete fossero un’illusione, ma si è semplicemente chiesto se fossero reali o un’illusione ottica. Sull’argomento ebbe anche uno scambio di vedute con il gesuita Orazio Grassi che invece affermava che le comete erano corpi celesti. Dai due astronomi furono pubblicati dei piccoli trattati sull’argomento, in alcuni casi utilizzando degli pseudonimi. Orazio Grassi nel 1619 pubblicò il “De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio astronomica”1, spiegando le sue idee al riguardo. Galileo rispose tramite un suo amico, Mario Guiducci, scrivendo il “Discorso delle comete”2. Seguirono altre due pubblicazioni: Orazio Grassi scrisse con lo pseudonimo di Lotario Sarsi il trattato la “Libra astronomica ac philosophica”3 e Galileo scrisse il “Saggiatore”4.

Riguardo questa cometa ci sono testimonianze di osservazioni anche da altre parti del mondo. Due testi cinesi riportano che una cometa fu vista la mattina del 26 novembre. La sua coda era lunga più di 10 gradi e diretta a sud-est. L’ambasciatore spagnolo presso la corte persiana, García de Silva Figueroa, testimonia di averla vista a Isfahan nell’attuale Iran. Altri avvistamenti furono segnalati anche in Corea e nelle Filippine.

LE COMETE VISTE DALLE ISOLE DELLE SPEZIE: LE MOLUCCHE

Le isole anticamente conosciute come Molucche o isole delle spezie erano cinque isole di origine vulcanica (Ternate, Tidore, Moti, Makian e Bacan) situate a ovest della costa dell’isola di Halmahera, nell’arcipelago indonesiano, proprio a cavallo dell’Equatore. Queste isole erano le uniche al mondo dove nel cinquecento e nel seicento cresceva, in modo naturale, la pianta del chiodo di garofano, una pianta della famiglia delle Myrtaceae, il cui nome botanico è Caryophyllus Aromaticus (Eugenia Caryophyllus, Syzygium Aromaticum). Prima i portoghesi, nel cinquecento, e poi gli spagnoli e gli olandesi, nel seicento, controllarono militarmente queste isole. Gli spagnoli mantennero tra il 1606 e il 1663 dei presidi nelle isole di Ternate e Tidore e in alcune altre isole periferiche. Assieme alle truppe iberiche erano giunti anche membri dei vari ordini religiosi.5

Studiando un documento6 manoscritto di un frate francescano spagnolo residente nelle isole delle spezie, le Molucche, allora in parte sotto il controllo spagnolo, ho trovato alcuni accenni a queste tre comete.

Il frate è il padre Gregorio de San Esteban e il documento a cui mi riferisco è la sua “Memoria y Relación e historia verdadera de lo sucedido en las Islas Molucas 1609 – 1619” una copia della quale è conservata nell’Archivo Franciscano Ibero Oriental in Spagna. Di questo interessante documento ho potuto visionare due copie manoscritte “moderne”. In entrambe sono riportate le descrizioni delle tre comete.

Nella sua “Memoria y Relación…” Padre Gregorio de San Esteban dedica alle tre comete un piccolo capitoletto di tre pagine intitolato “De las señales que en el fin de este año se bieron que fueron grandes y de los demas que succedio hasta el fin de el”. Il sottotitolo recita:”Cometas y tomas de sitios”.

Secondo la descrizione che ne dà il padre Gregorio de San Esteban le due prime comete le ha viste in prima persona, mentre per quanto riguarda la “supposta” e dubbia terza cometa dal testo è chiaro che lui non la vide, ma riporta le testimonianze di altri.

Dalle date di osservazione è chiaro che quella che padre Gregorio de San Esteban indica come prima cometa è la seconda cometa osservata in Europa, catalogata come C/1618 V1 e che fu vista agli inizi di novembre 1618. Mentre la seconda cometa è certamente la grande cometa del 1618, cioè quella che le cronache europee descrivono come la terza cometa, e che è stata catalogata come cometa C/1618 W1.

LA PRIMA COMETA:

Il 9 novembre 1618, un venerdì, alle quattro della mattina, apparve una cometa ad oriente, sopra le isole Molucche. Questa la descrizione che ne fa padre Gregorio de San Esteban: “En nueve dia del mes de Noviembre de este año de 1618. Dia viernes a las quatro de la madrugada aparecio una cometa al Oriente sobre esta Islas Molucas a la quarta la suerte la qual era de hechura de una palma muy grande cuyo remate se der un baua al nordeste era el color blanque sino sin ninguna mescla de otro color, su nascimiento era una pequeña estrella que apena se deuisaua, su grandeza seria a nuestro parecer como ocho o dies picas de largo = duro por espacio de mes y medio tres dias mas o menos: su curso fue apartandose hacia el sur por el tiempo que duro”.

Come scritto sopra, secondo le testimonianze che ho trovato questa cometa sembra che sia stata osservata in Europa a partire dal 10 o 11 novembre. Quindi la testimonianza di padre Gregorio de San Esteban che riferisce di aver visto la cometa il 9 novembre 1618 potrebbe essere la prima osservazione di questa cometa. Se ciò fosse vero (ma non ho trovato se e quando sia stata osservata in Cina e da altre parti del mondo), con i canoni odierni sarebbe ritenuto lo scopritore della cometa e gli si sarebbe attribuito il nome della cometa.

Nel suo testo poi padre Gregorio de San Esteban si perde in disquisizioni astrologiche sul significato del passaggio di questa cometa. Qui traspare tutta la superstizione dei suoi tempi. Ma nel testo oltre a ridicole credenze astrologiche ci informa in un paio di passaggi della posizione nella volta celeste della cometa, come il fatto che la cometa fu vista nascere quando si trovava nella costellazione dello Scorpione, inoltre ci informa che la cometa si dirigeva nel suo moto verso oriente.

Per la spiegazione astrologica padre Gregorio cita un matematico e astrologo afghano “Al Bomafsar”, che fu latinizzato in Albumasar, ma il cui nome per esteso era: Abū Maʻšar Gaʻfar ben Muḥammad ben ʻUmar al-Balẖi. Fu uno dei più conosciuti astrologi della corte Abbaside a Baghdad, nacque a Balkh nell’odierno Afghanistan nel 787, poco più di 130 anni dopo la conquista araba della Persia e la caduta dell’Impero Sasanide. Il libro a cui fa riferimento padre Greogorio è il “De magnis coniunctionibus annorum reuolutionibus ac eorum profectionibus octo continens tractatus” pubblicato anche in Europa in varie edizioni.7

Padre Gregorio riporta: “Segun un astrologo arabigo llamado Al Bomafsar en el libro quinto (de magnis conjuncionibus) en la ultima diferencia [dicon] este color grandeza y hachura que significa aflicion en los hombres y es de naturaleza de Jupiter y asi en los hombres jubenales hara su efecto en emfermedades naturales y el salir al oriente significa que [comencuaram] presto sus efectos en angustia de los hombres y poca obediencia a los Reyes: Abra salud el oriente = el ser en el inbierno significa muchas nouedades, nascio el signo del escorpion enrracon de esto segnifica pelea entre Reyes y potentados = abra muchas aguas nosibas y destruyadoras de los frutos = abra mucha turbacion de vientos = y por ser de la naturaleza de Jupiter amenara de los Reys, gouernadores, principes y poderosos y finalmente amenara a todos los sanguineos = Dios sobre todo”.

LA SECONDA COMETA:

Questa seconda cometa fu vista da padre Gregorio de San Esteban il 26 novembre 1618, lunedì. La coda all’inizio era piccola ma poi crebbe notevolmente. Rimase visibile per circa un mese “poco mas o menos” la sua direzione era verso il nord “mas de los que el de la otra”. Anche di questa cometa, in base a quanto ho trovato, il padre Gregorio può essere ritenuto lo scopritore (secondo i canoni moderni) o almeno il co-scopritore, infatti la data più antica di avvistamento citata è quella di due testi cinesi che riportano che una cometa fu vista la mattina del 26 novembre, lo stesso giorno in cui la vide frate Gregorio de San Esteban. C’è da dire che le Molucche si trovano più ad oriente della Cina e per cui è molto probabile che padre Gregorio abbia visto effettivamente la cometa qualche ora prima dei cinesi.

“Biose una cometa en la parte del Oriente tambien al Leste su principio era una estrella grandes su cola a los principios era pequena pero despues se hizo grande su color era algo rojo el fin de la cola mirava al sueste pero el cuerpo mirava al Norte su hechura por la estrella era rrosa = nacio en veinte y seis de Noviembre dias lunes duro por espacio de un mes poco mas o menos su curso era hacia el norte y mas de los que el de la otra”.

Come evidenziato all’inizio di questo scritto, questa è certamente quella che le cronache europee indicano come la terza cometa del 1618. Questa fu la più spettacolare e di gran lunga la più brillante delle tre comete. Questa cometa è stata oggi catalogata come cometa C/1618 W1.

Anche su questa cometa padre Gregorio si sbizzarrisce nell’elencare gli effetti creduti in base al libro dell’astrologo afghano. Ma anche qui ci informa che la cometa fu vista all’inizio nella costellazione del Sagittario.

Sotto il titolo”Significaccion de la segunda cometa” si legge: “Segun el astrologo alegado su significacciones esta en que al color y hechura significante este de poderosa = y el salir al Oriente comenrara muy prestos sus efectos en gente [moza] y en las plantas y frutos = salio en el signo sagitario y ansi significa muerte de Reyes: y fuerça de Reyes sobre el pueblo en pedir dinero: significa oprecion en los hombres? grandes calores, poco fructos en las palmas: fortaleça en las enfermedades por tres meses, nuevas de guerras, terremotos, rrobos prosperidad en las ererades = es de la naturaleza de el sol y assi significa mucho calor y sequedad y este [relidad] muerte de Rey y acontecimentos de muchas cossas y muchas mudanças”

LA TERZA COMETA:

“El dia que salio esta segunda cometa en Tidore pario una otra, tres perros el uno con tres manos y sus dos pies y otro siego y el otro [bierro?] dice si por cossa mostruosa”.

Riguardo alla terza cometa traspare chiaramente dalle righe che padre Gregorio de San Esteban non l’ha vista, ma ci informa che alcuni, nella vicina isola di Tidore, videro una notte una (croce? o luce?) bianca a oriente sopra le Molucche, mentre altri dicono che videro un’altra cometa. “Algonos dicen vieron una [crus? lus?] una noche, blanca a oriente sobre estas Islas y otros dicen vieron otra cometa. Dios nuestro señor aya missericordia…”

Questa testimonianza impedisce per mancanza di informazioni di chiarire cosa fosse stato visto dai testimoni. Ma credo che certamente non è riferita ad una nuova cometa. Il fatto che la cometa sia stata vista solo per un giorno, dopo che l’altra era scomparsa, che padre Gregorio non l’abbia vista e che anche lui citi questa terza cometa con parole dubbiose mi fa propendere per un falso avvistamento oppure per la solita cometa (la seconda citata da padre Gregorio) avvistata un’ultima volta.

Il documento continua “Las cometas sobre dichas començaron en breve a hacer efectos en estas islas porque sin pensar en guerra sea entendido tan cruel como la quemas entre tidores y terrenates…” poi il frate continua descrivendo i fatti di guerra accaduti in quegli anni nelle isole.

NOTE

1Orazio Grassi “De tribus cometis anni MDCXVIII disputatio astronomica publice habita in Collegio Romano Societatis Iesu”, 1619

2Mario Guiducci “Discorso delle comete”, 1619

3Lotario Sarsi “Libra astronomica ac philosophica”, 1619

4Galileo Galilei “Il Saggiatore, nel quale con bilancia esquisita e giusta si ponderano le cose contenute nella Libra astronomica e filosofica di Lotario Sarsi Sigensano”, 1623

5Per un quadro più dettagliato sulla storia delle isole Molucche tra il cinquecento e il seicento vedi: Marco Ramerini “Gli spagnoli nelle isole Molucche, 1606-1663/1671-1677” Pubblicato in: https://www.colonialvoyage.com/i-primi-contatti-degli-spagnoli-con-le-isole-molucche/

6 Gregorio de San Esteban “Memoria y Relación e historia verdadera de lo sucedido en las Islas Molucas 1609 – 1619” manoscritto presente all’Archivo Franciscano Ibero Oriental. Devo ringraziare il Prof. Florentino Rodao per avermi spedito i files di questo prezioso documento.

7L’opera fu scritta probabilmente attorno all’848. Fu tradotta per la prima volta in latino da Giovanni di Siviglia nel 1133, come “Introductorium in Astronomiam”, e poi, come “De magnis coniunctionibus”, da Herman di Carinzia nel 1140. La traduzione di Herman di Carinzia, “De magnis coniunctionibus”, fu stampata per la prima volta da Erhard Ratdolt di Augusta nel 1488/9. Fu nuovamente stampato a Venezia, nel 1506 e nel 1515.

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