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Scritto da Marco Ramerini
1.0 INTRODUZIONE
La baia, chiamata dai portoghesi ‘Bahia dos Arcos’, dov’è situata la città di Trincomalee1 nell’isola di Sri Lanka (Ceylon) è da sempre stata considerata uno dei migliori porti del mondo, la sua posizione altamente strategica nel mezzo delle rotte commerciali dell’Oceano Indiano, e il suo controllo dell’intero golfo del Bengala, avrebbe reso ideale il luogo per lo sviluppo di un grande porto ed emporio commerciale, ma ciò non avvenne. Diversamente da quello che si potrebbe pensare, visto la bellezza e l’importanza di un tale ancoraggio nel centro dell’Oceano Indiano, Trincomalee, non divenne mai un centro di primaria importanza durante l’epoca coloniale portoghese ed olandese. Infatti i primi due poteri coloniali che occuparono le coste dell’isola di Ceylon per circa 300 anni (1505-1796), preferirono focalizzare i loro interessi verso la parte sud-occidentale dell’isola (dov’erano i porti di Colombo e Galle), mentre lungo la costa orientale l’insediamento portoghese e olandese fu per gran parte del periodo su citato, o addirittura non presente, o comunque limitato alla zona circostante i forti di Trincomale e Batticaloa.
Questa mancanza di interesse per Trincomalee ed in generale per la costa orientale, fu dovuto a diversi fattori. Il principale motivo, fu che all’epoca dello sbarco dei portoghesi a Ceylon, il regno più importante dell’isola e con cui i portoghesi avevano relazioni commerciali (principalmente per il commercio della cannella) era quello di Kotte, situato nella zona sud occidentale dell’isola2 la cui capitale, Jayawardhanapura Kotte, era a pochi chilometri da Colombo, fu così che Colombo venne usato dai portoghesi come base principale per la successiva espansione nell’isola, durante il primo periodo Portoghese, la costa orientale di Ceylon, venne praticamente trascurata, solo dopo che i primi concorrenti europei (danesi e olandesi), si erano affacciati minacciosamente nei mari asiatici, i portoghesi, videro necessaria l’occupazione e la fortificazione di Trincomalee e Batticaloa.
Un altra causa per cui Trincomalee mai divenne, durante il periodo portoghese, un importante centro commerciale, fu ben spiegata da Queyroz: “[Trincomalee] …ha un grande inconveniente, che a quel tempo non c’erano altre popolazioni vicine oltre ai Bedas che erano una popolazione così barbara e sevaggia che non si facevano nenache vedere.”3 Queyroz poi osserva che se la zona attorno a Trincomalee fosse abitata e coltivata, diventerebbe facilmente auto-sufficiente. 4
Il porto di Trincomalee, assieme a quelli di Kottiyar e Batticaloa, veniva utilizzato nel XVI secolo dal regno di Kandy come porto per l’esportazione di elefanti e noci di areca e per l’importazione di beni di prima necessità da altri paesi asiatici. Sebbene Barros cita Trincomalee come uno dei nove regni dell’isola di Ceylon5 , esso era solo un piccolo principato sotto il dominio del Vanniyar6 di Trincomalee e Kottiyar che a sua volta era tributario, almeno nominalmente, del re di Kandy. Il teritorio soggetto al Vanniyar di Trincomalee era scarsamente abitato e aveva un estensione di 23 leghe.7 Trincomalee era situata al margine delle zone nominalmente controllate dai regni di Kandy e Jaffna. La presenza del fiume Mahaweli Ganga, che sfocia poco lontano da Trincomalee, facilitava i collegamenti con l’altopiano e con Kandy e grazie a ciò un intenso traffico di merci si svolgeva attraverso i porti di Kottiyar e Trincomalee. Nel villaggio di Vintêna, che si trovava a 3 leghe da Trincomalee, i kandyani erano soliti commerciare e scambiare i prodotti di Ceylon (principalmente elefanti e noci di areca) con vestiti, oppio e altri beni di consumo, con i mercanti provenienti dal resto dell’Asia.8
Secondo quanto scrive Queyroz, Triquilemalê significa “montagna delle tre pagode”, queste pagode furono erette 9 dal re di Ceylon su un alto promontorio davanti al mare, due di loro si trovavano all’estremità di una scogliera sopra il mare, la terza invece era situata nel punto più alto al centro della penisola. Quest’ultima pagoda, il tempio di Koneswaram, era il più importante di tutti e tre i templi di Trincomalee ed era uno dei più venerati di tutta l’India.10 La principale ragione dell’importanza di Trincomalee era questa pagoda, che Queyroz chiama, la Roma delle popolazione dell’Oriente o la Roma dei pagani.11 Il tempio è descritto, in una lettera del 1613 scritta dal gesuita frate Barradas: “[Il tempio è]… una struttura massiccia, un lavoro artistico singolare. Esso era di grande altezza, costruito con grande maestria in granito nerastro, su di una roccia proiettata verso il mare, e occupa un vasto spazio sulla sommità.”12 Il villaggio di Trincomalee era situato sull’istmo del capo dov’erano i templi.
Continua: I primi contatti con i portoghesi
NOTE:
1 Chiamata dai portoghesi: Triquinimale (Bocarro “Livro das plantas…”, vol. II, p. 238; Bocarro “Decada 13 da historia da India”, vol. I, p. 11), Triquilemalê (Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. I, p. 66), Trinquilamale (Bocarro “Decada 13 da historia da India”, vol. I, p. 277), Trinquilimale (Bocarro “Decada 13 da historia da India”, vol. I, p. 277), Triquilimale (“Carta da Vice-Rei da India” Livros das Monções, Goa, vol. 37, fls 129-129 v).
2 Il monarca del regno di Kotte chiamava se stesso imperatore dell’intera isola, ma l’autorità diretta del regno di Kotte nella prima decade del XVI secolo si estendeva solamente sul ricco e densamente popolato territorio compreso tra il corso dei fiumi Malwatu Oya, a nord, e Walawe Ganga, a sud, mentre nell’interno esso raggiungeva i bordi delle montagne dell’altopiano centrale. Il regno che occupava la parte montuosa dell’isola, scarsamente abitata e povera, era il regno di Kandy o Udarata, regno che almeno nominalmente riconosceva il potere del regno di Kotte. Anche altre aree poco popolate situate nella parte orientale dell’isola e soggette a piccoli capi detti ‘vanniyars’ o ‘princes’ nominalmente riconoscevano l’autorità del regno di Kotte, anche se praticamente erano entità di fatto indipendenti. Nella parte settentrionale dell’isola si trovava invece il regno di Jaffna, questo regno non riconosceva le pretese di Kotte sull’intera isola. Nel 1521 rivolte interne causarono la divisione del regno di Kotte e la formazione di tre regni, Kotte (governato da Bhuvanekabahu VII), Sitavaka (governato da Mayadunne) e Raigama (governato da Pararajasimha).
3 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. II, p. 735
I Veddah (Bedas) sono la più antica etnia che ha abitato l’isola di Ceylon. La parola Veddah è di origine singalese e significa selvaggio. Oggi restano nell’isola ancora piccole comunità di Veddah, le tre più importnati si trovano nelle vicinanze di Batticaloa, Trincomalee e Anuradhapura.
4 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. III, pp. 1153-1154.
5 Barros “Decada III”, p. 117.
6 Capo ereditario.
7 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 286.
8 Questo commercio era principalmente nelle mani dei mercanti musulmani. Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. II, p. 736.
9 Secondo quanto scrive Queyroz essi furono eretti 1300 anni prima di Cristo. Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. I, p. 67.
10 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. I, p. 66 and vol. II, p. 736.
11 Queyroz “The temporal and spiritual…” vol. I, pp. 236-237.
12 Perniola, V. “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 366.