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Colonialismo spagnolo Indonesia

Tidore 9 – Forte di Marieco. Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663

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Scritto da Marco Ramerini 2000-2007/2023

5.4 Le difese della città del Re di Tidore: Forte di Sokanora

6.0 COSTA OCCIDENTALE E COSTA NORD DELL’ISOLA

Sulla costa occidentale di Tidore gli spagnoli ebbero presidi nelle località di Marieco, Rume, Tomañira (che quasi sicuramente era lo stesso forte a volte chiamato anche Marieco el Chico) e infine nell’estrema punta nord a Chobo. Questa parte dell’isola che ha di fronte la costa sud dell’isola di Ternate e l’isola di Maitara era la zona di Tidore più ricca di piante di chiodi di garofano, il suo possesso permetteva il controllo del passaggio delle navi sul canale tra Tidore e Ternate, che era controllato principalmente dai presidi di Rume e Chobo. Inoltre lungo questa costa gli olandesi mantennero, per meno di 10 anni, il loro unico avamposto sull’isola, il forte di Marieko.

6.1 MARIECO

Nome spagnolo: Marieco, Marieko, Marisco, Mariaco, Maxico el Grande1:

Nome attuale: Mareko o Mareku

CRONOLOGIA: Spagnolo: 1609 – 8 o 9 febbraio 1613
Olandese: 8 o 9 febbraio 1613-1621/22
Rioccupato dagli spagnoli: 1621/22 – c.1646

Marieco secondo la tradizione era il villaggio da dove avevano avuto origine i primi re di Tidore. Il villaggio era originariamente situato sulle pendici della montagna, poi successivamente fu trasferito sulla costa a causa dello sviluppo del commercio dei chiodi di garofano.2

Secondo quanto riferisce de Clerq, Marieco era formato da due villaggi chiamati rispettivamente Mariku Loah Ho (Mariku Alto) e Mariku Loah Isa (Mariku Basso) stranamente il villaggio chiamato Mariku Loah Ho (Mariku Alto) era situato sulla spiaggia mentre Mariku Loah Isa (Mariku Basso) era situato su di un altura. De Clerq ci spiega anche la motivazione di questa stranezza, i nomi, alto e basso, indicavano la posizione dei due villaggi verso il nord, che era il modo di orientarsi tipico delle isole Molucche. Per cui il villaggio Mariku Loah Isa (Mariku Basso) era quello situato più a sud (anche se su una collina) e Mariku Loah Ho (Mariku Alto) era invece quello situato più a nord.3 Da questa descrizione sembra possibile identificare il villaggio di Marieco chiamato Mariku Loah Ho (Marieco Alto) nel Marieco el Grande conquistato dagli olandesi nel febbraio 1613, esso infatti era il villaggio situato a nord lungo la spiaggia; mentre Mariku Loah Isa (Marieco Basso) è probabilmente Tomañira (o Marieco el Chico) degli spagnoli, situato su di una collina a sud dell’altro Marieco. Anticamente Marieko era il villaggio principale e la capitale dell’isola di Tidore, poi sembra già all’arrivo dei primi europei, la capitale fu trasferita a Soa Siu, meglio posizionata per effettuare il commercio con i nuovi venuti.4

Le prime fonti che accennano a Marieco sono gli storici portoghesi Fernão Lopes de Castanheda e Gaspar Correa. Il villaggio di Marieco (chiamato Mariaco), viene descritto da Castanheda come ‘lugar principal’ dell’isola di Tidore, luogo molto grande, situato su di una montagna quasi nel mezzo dell’isola, luogo dove anticamente risiedevano i re di Tidore, prima che venisse popolata la città sul mare che all’apoca di Castanheda aveva il re di Tidore. Marieco era circondato di ‘tranqueiras’ su di un lato mentre su gli altri lati erano presenti ‘algûa caua’ (probabilmente=pareti rocciose a precipizio o grotte?), questa sua posizione contribuiva a renderlo un luogo difficile da conquistare. Esso fu attaccato più volte dai portoghesi.5 Anche Gaspar Correa, ci racconta la stessa storia sul villaggio di Marieco: ‘hum lugar que estaua em huma serra, que soya a aposento dos Reys de Tidore, que depois se passarão abaixo á fralda do mar, por caso do trato dos mercadores; o qual lugar era cerquado de tranqueiras de páos com algumas entradas, com que estaua forte.’ Dopo un tentativo infruttuoso, i portoghesi riuscirono ad espugnare Marieco nel 1524. Il capitano della fortezza di Ternate Antonio de Brito, vide dalla fortezza il fuoco provocato dal saccheggio dei soldati portoghesi (‘Antonio de Brito da fortaleza bem vio o fogo no lugar, que era a vista…’). 6 Marieco (chiamato nel documento ‘Mariecu’), viene citato attorno al 1528 dagli spagnoli come luogo dell’isola di Tidore che era situato davanti a Ternate.7

Nel 1609, un documento olandese descrive Marieco come la seconda più importante città dell’isola di Tidore dopo la capitale, a Marieco era inoltre presente un molo per le galere.8

La prima notizia di un forte spagnolo a Marieco, ci giunge nel 1609, quando il governatore di Ternate Lucas de Vergara Gaviria fortificò nell’isola di Tidore il posto di Marieco ‘… hiço de nuebo los fuertes de Marieco …’. L’utilità di questa fortificazione fu testata poco dopo la sua costruzione allorquando, tra il mese di novembre 1609 e il gennaio 1610, la flotta comandata da Simon Jansz Hoen tentò di assediare l’isola di Tidore, in questa occasione fu anche fatto un blocco navale al forte di Marieco alla cui difesa partecipò la compagnia del capitano Pedro Zapata della quale faceva parte il soldato Juan de Medina Bermudez. Incaricata di controllare e impedire rifornimenti al forte di Marieco era la nave ‘Middelburgh’ comandata dal comandante Crackeel. Evidentemente gli olandesi non riuscirono nei loro propositi, perché Juan Martin de Liedena che era capitano della galera ‘capitana’ ‘San Xptoual’ (servì con questa carica dal 1 agosto 1609 fino al 30 gennaio 1610), portò gran quantità di armi, munizioni, soldati e viveri ai presidi spagnoli, in modo particolare a Marieco, che erano assediati dagli olandesi.9 A ulteriore conferma dell’esistenza del forte di Marieco è una lettera del 1610 nella quale Paulus van Caerden informava gli amministratori della VOC delle scarse conoscenze che gli olandesi avevano dell’isola di Tidore, in modo particolare non avevano nessuna informazione delle difese della capitale dell’isola, mentre erano informati dell’esistenza di un forte a Marieco.10 Un altro rapporto olandese scritto nel 1610 ci da una descrizione del piccolo villaggio di Marieco, che si trova di faccia alla città spagnola di ‘Nuestra Signora del Rosario’ di Ternate, qui vivevono alcuni tidoresi e gli spagnoli avevano circondato il luogo con due bastioni, dove erano stazionati 14 soldati spagnoli e due cannoni.11 Gli spagnoli infatti, costruirono questo piccolo fortino (‘fortezinho’), situato sulla costa ovest dell’isola di Tidore e di fronte alla città spagnola di Ternate, direttamente al livello della spiaggia, esso doveva essere una piccola cosa, un semplice muro con uno o due bastioni, probabilmente neanche completamente di pietra, secondo alcune testimonianze, la sua normale guarnigione era composta da 12 soldati e un alfiere, ‘fortezuelo de fajina con doce españoles y un cabo’, il forte sembra essere stato armato con due cannoni. 12 L’obiettivo degli spagnoli era di controllare con il piccolo presidio una zona vitale per il sostentamento delle loro guarnigioni e di poter controllare il transito tra le isole di Ternate e Tidore, il basso numero di soldati che presidiavano il posto, forse era dovuto all’eccessiva fiducia che gli spagnoli avevano nell’aiuto delle truppe del ‘sangaje’ locale, oltre ovviamente alla scarsezza degli effettivi a loro disposizione, cosa sempre lamentata dai governatori di Ternate. Fu proprio il tradimento del ‘sangaje’ locale a oltre allo strapotere della potenza di fuoco messa in campo dagli olandesi e all’inattività del governatore de Silva e del re di Tidore a permettere agli olandesi di conquistare il forte nel febbraio 1613.

Nei primi giorni di febbraio 1613, giunsero nelle Molucche 5 navi olandesi (4 navi di guerra e 1 nave da carico), di queste una nave fece naufragio a causa del cattivo tempo tra le isole di Maquien e Motiel, secondo da Silva, era questa la nave ‘capitana’ che aveva a bordo 300 uomini e 45 pezzi d’artiglieria oltre alla gran parte dei soldi per le guarnigioni, dal naufragio si salvarono solo 40 uomini. Le altre navi della flotta giunsero a Ternate. Alla mezzanotte dell’8 febbraio 1613, 5 navi olandesi, comandate da Pieter Both, 7 ‘caracoas’ e molte altre piccole imbarcazioni, con a bordo più di 800 uomini tra europei ed indigeni si diressero verso l’isola di Tidore, dove ancorarono davanti al villaggio di Marieco e al piccolo presidio che li avevano gli spagnoli, che era difeso da solo 12 soldati spagnoli e da un alfiere ‘fortezuelo de fajina con doce españoles y un cabo’. Secondo quanto riporta Gerónimo de Silva, l’attacco olandese a Marieco ebbe luogo il 9 febbraio 1613 “á el cuarto del alba” ora in cui gli olandesi cominciarono a cannoneggiare il fortino così intensamente, “mas de 160 balas”, in modo da spianare tutti i terrapieni e parte della muraglia del piccolo presidio. Le truppe spagnole guidate dall’alfiere Juan Centeno, non si arresero, ma combatterono fino alla morte e nella battaglia praticamente tutta la piccola guarnigione spagnola del forte fu uccisa (12 spagnoli e 12 pampamgos secondo Pérez che cita Fr. Gregorio de S. Esteban13), solo l’artigliere venne fatto prigioniero e portato nella fortezza di Malayo. Gli olandesi, che secondo la testimonianza di Gerónimo de Silva, avevano attaccato il piccolo forte con 500 soldati olandesi e più di 300 ternatesi, persero nello scontro 6 soldati, un capitano di una nave e il tenente del forte di Malayo oltre a 12 uomini gravemente feriti. In questo episodio le lettere di de Silva evidenziano la codardia degli indigeni, infatti essi fuggirono tutti abbandonando durante l’attacco gli spagnoli tanto che solamente uno di loro, chiamato Rubaongue, si battè fino alla morte. Dopo tre ore di battaglia, i vincitori appiccarono il fuoco al villaggio, temendo l’arrivo degli spagnoli e dei tidoresi, e poi iniziarono a ricostruire il forte.14

Secondo quello che ci racconta Gerónimo de Silva, esemplare fu il comportamento dei pochi soldati spagnoli a guarnigione del forte, ‘… no habia mas de 12 españoles y uno ó dos piececitas …’, 15 mentre egli definisce ‘grandes bellacos’ cioè grandi vigliacchi gli indios che erano a difesa del villagio che passarono al nemico ‘… se debiera consolar por haber perdido tan grandes bellacos indios como allí estaban y dignos de castigo.’ La cattura olandese del forte era stata favorita dal comportamento del ‘sanjaje’ di Marieco, che era in combutta con gli olandesi con cui commerciava e che il giorno prima dell’attacco olandese aveva fatto imbarcare la moglie e gran parte delle sue proprietà. A conferma del fatto che fosse in combutta con gli olandesi è la testimonianza citata da de Silva che la moglie del ‘sangaje’ prima di partire aveva consigliato all’alfiere Juan Centeno, capo del presidio, di vegliare di notte e di non dormire di giorno. Oltre al tradimento del ‘sangaje’ de Silva si lamentava anche del fatto che i tidoresi gli avevano sempre impedito di fortificare in modo adeguato quel porto.16 Questo rapporto di sfiducia reciproca tra i due alleati viene spesso alla luce nei documenti spagnoli e sarà causa di grossi problemi e di incomprensioni fra tidoresi e spagnoli.

Gli olandesi subito dopo la loro vittoria iniziarono a ricostruire il forte, essi costruirono un nuovo forte la cui struttura era formata da 4 bastioni e vi posero due compagnie di guarnigione, già alla partenza di Both, nel marzo 1613, uno dei bastioni era stato terminato. Both descrive Marieco come il posto più ricco di tutta l’isola di Tidore, dove era prodotta la miglior qualità di chiodi di garofano e da dove gli spagnoli di Ternate ricevevano lana, frutta e pesci per le loro guarnigioni, la perdita di Marieco era stata secondo l’ammiraglio olandese un duro colpo per gli spagnoli che ora si trovavano privati della loro principale fonte di cibo oltre che dell’unica zona produttrice di chiodi di garofano che fino ad allora era rimasta sotto il controllo spagnolo.17 Inoltre il possesso di Marieco permetteva agli olandesi di controllare il tratto di mare immediatamente davanti alla principale città spagnola di ‘Nuestra Señora del Rosario di Terrenate’, il forte serviva anche da base per le navi della compagnia che aspettavano l’arrivo dei soccorsi spagnoli da Manila, la cui cattura era un continuo incubo per gli spagnoli, che avevano in questo tenue legame con Manila la loro unica possibilità di sopravvivenza.

Secondo lo schizzo di un anonimo soldato olandese il forte che gli olandesi costruirono era di forma quadrata e con 4 bastioni ai lati. La porta d’ingresso era posizionata al centro della muraglia che univa i due bastioni situati sul lato del mare, tra la porta e la costa era situato un piccolo villaggio indigeno.18 Gli olandesi chiamarono il nuovo forte di Marieco (Marieecke), ‘de Vereenichde Provintien’, i 4 baluardi vennero battezzati: ‘Uutrecht’, ‘Enckhuysen’, ‘Amersfort’ e ‘Reaell’.19

Un’altra interessante rappresentazione di questo forte è presente alla Biblioteca Nazionale Francese di Parigi catalogato con il numero 6545 della “Collezione Gaignieres” in questa immagine intitolata “T’fort Mariecco op t’eylant Tidore” è presente una pianta schematizzata del forte e una visione “a volo d’uccello” molto dettagliata, in essa il forte è rappresentato in forma quadrata e con 4 bastioni agli angoli, su ogni bastione erano montati 4 pezzi d’artiglieria, per raggiungere i bastioni dall’interno del forte erano posizionate delle scale di legno essendo i bastioni rialzati rispetto al piano interno del forte. Dentro il forte erano presenti diverse costruzioni, probabilmente gli alloggi per le truppe e i magazzini. L’ingresso del forte era posizionato al centro della muraglia che guardava il mare e tra il forte e il mare da questo lato era situato un villaggio con orti coltivati e diverse capanne, tutto il villaggio era circondato su tre lati da una palizzata di legno che si collegava dai due lati ai bastioni del forte.20 Il forte olandese di Marieco era presidiato da una guarnigione composta da un capitano e 60 soldati ed aveva sui suoi bastioni 17 pezzi d’artiglieria tra i quali uno molto grosso chiamato ‘o Raymundo’. La quantità dell’artiglieria e il numero dei soldati a guarnigione dei presidi olandesi era generalmente sempre di molto superiore a quella di cui potevano disporre gli spagnoli. Attorno al forte (‘a roda’ del forte), c’era una palizzata di legno al cui interno c’erano le abitazioni dei soldati e degli indigeni. Gli spagnoli avevano vicino a questo forte olandese, una loro fortezza (Tomanira) ed a causa della vicinanza tra i due forti erano frequenti le scaramucce tra le due guarnigioni.21

Nonostante i vantaggi, che portava agli olandesi l’occupazione di questo forte e i problemi che creava in opposto agli spagnoli, la durata dell’occupazione olandese di Marieco fu breve, infatti a seguito di un ordine di Coen del giugno 1621, gli olandesi smantellarono e abbandonarono il forte di Marieko. A conferma di questo, nel luglio del 1621, il re di Tidore scrisse in una lettera ad Alonso Serrano, che era a capo del presidio di Payaje, che aveva avuto notizia che gli olandesi erano intenzionati a ritirarsi dai forti di Calomata e Marieco. Prontamente gli spagnoli ricostruirono le fortificazioni e vi posero una guarnigione. Le date dell’abbandono di Marieko da parte olandese e dell’occupazione del forte da parte degli spagnoli sono da collocarsi fra la fine del 1621 e l’inizio del 1622.22 Le cause dell’abbandono da parte olandese del forte sono probabilmente da ricercarsi nelle eccesive spese di mantenimento di una così grossa guarnigione in un territorio generalmente ostile e nei continui e incessanti attacchi che gli spagnoli dai loro forti di Rume e Tomanira portavano a cadenze regolari a Marieco per impedire loro la raccolta dei chiodi di garofano e che praticamente relegavano la guarnigione di Marieco chiusa all’interno del forte. Inoltre, non ultimo, gli spagnoli oltre che a Tidore avevano intensificato le loro operazioni di disturbo anche nell’isola di Ternate dove le cronache narrano di frequenti scontri lungo il confine, in modo particolare nelle immediate vicinanze del nuovo forte olandese di Calomata. Tutti questi fattori convinsero gli olandesi a concentrare le loro forze nei presidi che ritenevano di maggior importanza.

Non ci sono molte informazioni riguardanti la successiva occupazione spagnola del posto, ma a conferma, Marieco viene citato tra i forti spagnoli nel “Livro das plataforma das fortalezas da India”: ‘…na ponta do Mariaco em Tidore temos outra fortaleza: è a fortaleza que está na ponta do Mariaco, defronte de Tarnate…’23 I pochi documenti che negli anni successivi parlano di Marieco fanno supporre però che la presenza di una guarnigione e di una fortificazione spagnola nel villaggio si sia protratta fino almeno al 1646. In quell’anno infatti, Juan Camacho de la Peña che era il capo delle galere di Ternate, aiutò con le galere il soccorso che giungeva da Manila a difendersi da un galeone olandese e successivamente avendo ricevuto notizia certa che gli olandesi intendevano impadronirsi del forte di Marieco nell’isola di Tidore, con i 5 galeoni che erano ancorati a Malayo, fu inviato a demolire e a radere al suolo quella fortificazione.24

A conferma del fatto che il forte fu effettivamente abbandonato, è che esso non viene elencato tra i forti presidiati e smantellati nel 1663, al momento del ritiro di tutte le guarnigioni spagnole dalle Molucche. Probabilmente essendo il villaggio comunque di una certa importanza, fu presidiato da soldati tidoresi. Nel 1662, verso la fine del periodo spagnolo a Tidore, il ‘sangaje’ del villaggio di Marieco era considerato il secondo personaggio per importanza nella scala gerarchica dell’isola dopo il re di Tidore.25

Non molto rimaneva del forte negli anni attorno al 1920, tutto quello che era visibile, era un mucchio di pietre con resti di muratura, e poi una lunga parte di un baluardo che era ricoperto di sabbia e dove erano ancora riconoscibili due parapetti.26 Sembra che qualche blocco di pietre che si ritiene appartenute al vecchio forte sia tuttora visibile tra la vegetazione di Marieco.27

Capitani di Marieco

Juan de Astera 28, sergente

? – giugno 1611

Hernando [Fernando] Xuarez (Suárez)29, alfiere

giugno 1611- agosto 1611

Juan de Salinas30, alfiere

agosto 1611 – ?

Juan Centeno31, alfiere

1612 – febbraio 1613

Occupato dagli olandesi

Febbraio 1613 – fine del 1621 o inizio del 1622

Juan de Chaves32, capitano

? – giugno 1623

Gaspar de Enebro33, capitano

giugno 1623 – ?

Continua: Costa occidentale e costa settentrionale dell’isola: Forte di Tomanira

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INDICE:

1.0 Le Fortezze Spagnole nell’isola di Tidore 1521-1663: introduzione

2.0 I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore: Le spedizioni di Magellano e di Villalobos: I primi contatti degli spagnoli con l’isola di Tidore e il primo forte spagnolo

3.0 Le spedizioni spagnole alle Molucche dopo l’unione con il Portogallo

4.0 I forti spagnoli dell’isola di Tidore 1606-1663

5.0/5.1 Le difese della città del Re di Tidore: Lugar Grande De El Rey (Soa Siu)

5.2 Fuerte de los portugueses (Fortaleza dos Reis Magos)

5.3 Forte di Tohula, Santiago de los Caballeros

5.4 Forte di Sokanora

6.0/6.1 Forte di Marieco

6.2/6.3 Forte di Tomanira

6.4 Forte di Chobo

6.5 Forte di Rume

1.0 Appendice: Isola di Puli Caballo

2.0 Appendice: Capitani di Tidore (Fortezza di Santiago de los Caballeros)

NOTE:

1Carta del Alférez Juan Centeno, cabo del presidio de Maxico el Grande, escrita al gobernador don Gerónimo de Silva. Maxico, de 20 de julio hoy viernes de 1612” in: AA. VV. “Correspondencia” 34

2 Andaya, L. “The world of Maluku” (Honolulu, 1993) 51.

3 De Clercq, F.S.A. “Bijdragen tot de kennis der Residentie Ternate” (1890, Leiden) 69 (In the English translation, pdf edition p. 46)

4 Valentijn, F. “Oud en nieuw Oost-Indiën” Vol. I (Dordrecht, Amsterdam 1724-1726) 160

5 Fernão Lopes de Castanheda “História do descobrimento e conquista da Índia pelos portugueses” Livro VI, cap. 64, 252-253

6 Correa “Lendas da India” vol. II, 806, 808

7 “Derrotero del viage y navegacion de la armada de Loaisa…” Documento n°14 in: Martin Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 5” 306

Martin Fernanadez de Navarrete “Colección de los viajes y descubrimientos que hicieron por mar los españoles, vol. 2” 188-189

8 Informatie van den stant van de Molucques, door Jan Bruyn, 12 may 1609” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. II; 317

9 Journael ende verhael” In: “De reis van de vloot van Pieter Willemsz Verhoeff naar Azie, 1607-1612” vol. I, 276-281; “Informaciones Lucas de Vergara Gaviria, 1611” AGI: Filipinas,60,N.12; Tiele “De Europeers in den Maleischen archipel, 1606-1610” 102-103 nota 3 dove viene fatto riferimento a una lettera scritta da Mariequo su Tidore: “Brief van C. Lz. Crackeel (schipper op de Middelburg) voor Mariequo op Tidore, aan Hoen van 3 Jan. 1610”; “Confirmación de encomienda de Guisan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Guisan, Lantac, Adpili, Panglao, Masago, Panaon y Ormoc en Cebu en Leyte a Juan de Medina Bermudez. Resuelto, [f] 12-08-1633” AGI: Filipinas,48,N.67; “Confirmación de encomienda de Cuyo. Expediente de confirmación de la encomienda de Cuyo en Calamianes a Juan Martínez de Liedena. Resuelto, [f] 10-02-1623” AGI: Filipinas,47,N.47

10 de Booy “De derde reis van de VOC naar Oost-Indië onder het beleid van admiraal Paulus van Caerden uitgezeild in 1606” vol. II, 239 “Copie van het scrijven van Paulus van Caerden aan de bewindhebbers dd. 17 juni 1610

11Viaggio dell’ammiraglio Pieter W. Verhoeven, 1610” 112

12Carta dirijida á S. M. por don Gerónimo de Silva, Terrenate” in: AA. VV. “Correspondencia” 121; “Memorial Grau y Montfalcon, 1637” In: Blair, E. H. e Robertson, J. A. “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27, 105; “Fr. João Baptista, visitator, to Fr. Claudio Acquaviva, General. Ternate, 14 marzo 1613” Doc. n° 64 in: Jacobs, “Documenta Malucensia III, 1606-1682” 246 e nota 22; Van de Wall Van de Wall, V. I. De Nederlandsche oudheden in de Molukken” 269

13 Pérez, Lorenzo O.F.M. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” VII (1914) 221

14Carta que escribió á el rey de Tidore el gobernador don Gerónimo de Silva, Ternate, 14 de febrero 1613” e “Carta que escribió el señor don Gerónimo de Silva al señor don Juan de Silva” “Carta dirijida á S. M. por don Gerónimo de Silva, desde Terrenate, dandole cuenta del estado de las islas” In: AA. VV. “Correspondencia” 88-89, 95-98, 121-122

15Carta que escribió á el rey de Tidore el gobernador don Gerónimo de Silva, Terrenate, 14 febrero de 1613” in: AA. VV. “Correspondencia” 89

16Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el rey de Tidore, Terrenate, febrero 10 de 1613” in: AA. VV. Correspondencia” 84-85

17 Rietbergen, P.J.A.N. “De eerste landvoogd Pieter Both, 1568-1615” Vol. II, “Brief 15”, 275-276

18 Vedi l’interessante rappresentazione amonima della costa occidentale di Tidore, senza data ma probabilmente eseguito attorno al c.1620: “Tidor en Mitarra, 2 kleine eil. Ten Z. van Ternate, ten W. van Gilolo op Halmahera” Conservato nella Biblioteca Universitaria di Leida, Paesi Bassi: “Collectie Bodel Nÿenhuis” P. 314-I-n° 99

I miei ringraziamenti a Walter Hellebrand per avermi segnalato l’esistenza di questo importante documento.

19 AA. VV. “Generale Missiven, I” 35

20 AmonimoT’fort Mariecco op t’eylant TidoreConservato nella Biblioteca Nazionale Francese, Parigi: “Collezione Gaignieres” 6545

21 Blair, E. H. e Robertson, J. A “The Philippine Islands, 1493-1898” vol. 27, 104-109; AA. VV. Doc. Ultram. Portuguesa” vol. II, “Relaicon de las fortaleças y factorias que tienen los olandeses en la India y ingleses” 269-270; AA. VV. “Doc. Ultramarina Portuguesa” vol. I, “Relação breve da ilha de Ternate, Tydore…. Malaca, 28 novembre 1619” 167

22Instructie voor F. Houtman, gegeven te Ambon, 11 Juni 1621”; Tiele, P.A. “De Europeans in the Malayan Archipelago, 1618-1623” 272-273; Pérez, L. “Historia de las misiones de los Franciscanos en las islas Malucas y Célebes” In: “Archivum Franciscanum Historicum” n° VII (1914) 622 che cita: Fr. Gregorio de S. Esteban “Historia de las Islas Malucas” 133; “Confirmación de encomienda de Santa Catalina. Expediente de confirmación de las encomiendas de Santa Catalina a Alonso Serrano. Resuelto. [f] 19-09-1638” AGI: Filipinas,49,N.25

23 AA. VV. “Livro das plataforma das fortalezas da India, 1620-1640

24Confirmación de encomienda de Bagatayan, etc. Expediente de confirmación de las encomiendas de Bagatayan, Pajo y Liloan en Cebu, Bislig y Catel en Caraga a Juan Camacho de la Peña. Resuelto. [f] 09-10-1653” AGI: Filipinas,50,N.40

25 Andaya, L. “The world of Maluku” 71.

26 Van de Wall “De Nederlandsche oudheden in de Molukken” 269

27 Vedi foto in: AA. VV. Spain and the Moluccas. Galleons around the world” (Jakarta, 1992) 59

28 Il sergente Juan de Astera, era capo del forte di Marieco, gli venne poi però affidato il comando del forte di Payahe, al suo posto, il 16 giugno 1611, venne nominato capo superiore del forte di Marieco l’alfiere Hernando [Fernando] Xuarez (Suárez). “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

29 L’alfiere Hernando (Fernando) Suárez il 16 giugno 1611, su ordine di Azcueta venne inviato a Tidore come capo del presidio di Marieco in sostituzione del sergente Juan de Astera, che veniva inviato a capo del forte di Payahe. Il 1 agosto 1611 venne sostituito al comando di Marieco dall’alfiere Juan de Salinas.

Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

30 Capo di Marieco a partire dall’agosto 1611. “Confirmación de encomienda de Masbate. Expediente de confirmación de la encomienda de la isla de Masbate en Ibalon (Albay) a Fernando [Hernando] Suárez. Resuelto, [f] 22-11-1623” AGI: Filipinas,47,N.65

31 Nel luglio 1612 l’alfiere Juan Centeno era capo del presidio di Maxico el Grande “Carta del alférez Juan Centeno, cabo del presidio de Maxico el Grande, escrita al gobernador don Gerónimo de Silva, Maxico, 20 luglio 1612” In: ‘Correspondencia’ 34. Era Centeno l’alfiere a capo di Marieco quando gli olandesi attaccarono il fortino nel febbraio 1613, tutti i difensori, compreso Centeno rimasero uccisi nello scontro (in totale 12 uomini) si salvò solo l’artigliere che venne catturato dagli olandesi. “Traslado de la carta que escribió el gobernador don Gerónimo de Silva á el Rey de Tidore, sobre la pérdida del puerto de Marieco, Terrenate, 10 febbraio 1613” In: ‘Correspondencia’ 84-86.

32 Juan de Chaves, ebbe a suo carico i forti di Xilolo, Marieco e Tidore (questi prima dell’aprile 1623). Juan de Chaves, ci narra Bracamonte, ebbe sempre un buon rapporto con il re e il principe di Tidore. Serviva probabilmente nel 1619 come capo del forte di Tomanira. Era stato fatto capitano da Lucas de Vergara Gaviria, il 27 giugno 1617, e governò la propria compagnia fino a che non gli successe il sergente maggiore Pedro de Cuenca Montalbo, poi successivamente Juan de Chaves ritornò a governare la sua compagnia dove servì per più di 5 anni. In questi cinque anni ebbe a suo carico i forti di San Pedro y San Pablo e Santa Lucia, Xilolo (Hilolo), Tomanira (Tomanera), Marieco (Merieco) e Tidore (‘Santiago de los Caualleros en la ysla de Tidore’) inoltre, per assenza del governatore, ebbe a suo carico la città di Ternate. In un riepilogo (vedi foglio 38) viene detto che ebbe a suo carico anche il forte del Rume. Fu capo del forte di Marieco incarico che ricoprì fino al giugno 1623. Esiste infatti un ordine di Heredia (datato 5 giugno 1623) in cui viene comandato a Chaves di dare al capitano don Gaspar de Enebro il comando della “fuerza de Marieco” assieme alle munizioni, artiglieria e fanteria che erano a suo carico. Chaves aveva avuto la licenza per andare a Manila a causa della sua precaria salute. “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

33 Esiste un ordine di Heredia (datato 5 giugno 1623) in cui viene comandato a Juan de Chaves di passare al capitano don Gaspar de Enebro il comando della “fuerza de Marieco” assieme alle munizioni, artiglieria e fanteria che erano a suo carico. “Confirmación de encomienda de Caraga. Expediente de confirmación de la encomienda de Caraga a Juan de Chaves. Resuelto, [f] 14-02-1631” AGI: Filipinas,48,N.49

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