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Scritto da Marco Ramerini
Indietro: Introduzione
2.0 I PRIMI CONTATTI CON I PORTOGHESI
Un primo interesse da parte dei portoghesi per Trincomalee nei primi anni del 1540. Tutto ebbe inizio quando il re di Kandy, Jayavira, su consiglio di Nuno Alvarez Pereira1, chiese al governatore portoghese Martim Afonso de Sousa di aprire una ‘feitoria’2 con un fattore a Trincomalee e di inviare soldati portoghesi a Kandy. Il re di Kandy in quell’occasione promise anche di pagare un tributo al re del Portogallo. È ovvio che il principale scopo del re di Kandy, oltre ad avere relazioni commerciali con i portoghesi, era quello di ricevere aiuto militare contro i regni di Kotte e Sitavaka che nutrivano ambizioni sopra il regno di Kandy.
Nel Febbraio del 1543 le richiesta di Jayavira sembrarono sul punto di essere esaudite, infatti, una spedizione portoghese partita da Negapatnam, sotto il comando di Amaro Mendez3 e Miguel Ferreira,4 arrivò nella baia di Trincomalee, ne facevano parte 60-80 portoghesi. Il re, saputo dell’arrivo dei portoghesi, immediatamente inviò a Trincomalee un contingente di 2000 uomini insieme con il portoghese Nuno Alvarez Pereira, essi dovevano unirsi con i portoghesi a Trincomalee, ed aiutarli nella costruzione di una piccola base commerciale e successivamente trasferire parte dei soldati a Kandy, ma la spedizione fu un fallimento per la defezione di alcuni portoghesi, a causa della mancanza di provviste, dell’ostilità dei capi locali e per l’incomprensione tra le due parti.5
Secondo quanto scrive Queyroz, anche San Francesco Saverio negli anni 1543-1544 visitò Trincomalee, dove convertì alcuni abitanti e si confrontò, in temi religiosi, con alcuni capi religiosi locali.6 Una lettera scritta da Nuno Alvarez Pereira nel 1545 parla di non meglio specificati capi di Trincomalee (Trycanamalle) che insieme a 3000 persone vorrebbero essere convertiti alla religione crisitiana.7 Questa la domanda di conversione potrebbe essere una conseguenza della visita del santo.
Nonostante questo primo fallimento, Jayavira, con insistenza, ancora nel 1545, chiese l’aiuto dei portoghesi, questa volta il re giunse ad offrire di pagare un tributo al re del Portogallo e il permesso di costruire un posto piccolo commerciale a Trincomalee, promise il pagamento del salario del fattore, di un dipendente della fattoria commerciale e di pagare il salario agli altri 20 uomini che dovevano risiedere nella sua capitale, e, infine, promise anche la sua conversione e quella della sua famiglia al cattolicesimo.8 Come risposta a queste richieste, nel marzo 1546, una nuova spedizione fu inviata dal governatore dell’India portoghese in aiuto del regno di Kandy.9 In seguito alla precisa richiesta del capitano della spedizione, André de Sousa, su quale rotta doveva seguire per raggiungere Kandy, il re Jayavira ordinò che egli doveva procedere per la via di Trincomalee. Nuno Alvarez Pereira con una truppa di cingalesi fu inviato dal re a Trincomalee, al fine di aiutare il contingente portoghese nel trasferimento verso Kandy, ma quando le truppe di Kandy arrivarono a Trincomalee, la gran parte dei soldati della spedizione portoghese era scomparso, e dei 150 soldati portoghesi inviati ne erano rimasti solo 13 o 14. La ragione di questo fu che i portoghesi che erano arrivati a Trincomalee furono immediatamente attaccati dagli abitanti della regione e furono costretti a ritirarsi a Negapattam. Una parte dei soldati portoghesi, invece, raggiunsero Kandy via Yala. In totale circa 50 soldati arrivarono a Kandy.10 L’inviato del re di Kandy, Nuno Alvarez Pereira, fu abbandonato da quasi tutti i suoi uomini, per paura di un eventuale attacco da parte degli abitanti del distretto di Trincomalee, ma per sua fortuna il temuto attacco non si materializzò.11 È chiaro, da questi eventi, che il territorio di Trincomalee, anche se nominalmente soggetto al re di Kandy, non era un area sicura per i Kandyani, ma nonostante questo Jayavira pensava che la strada che partiva da Trincomalee era la più sicura per raggiungere Kandy.12 Miguel Fernandes13 indica in una delle sue lettere le ragioni del comportamento degli abitanti di Trincomalee, in accordo con ciò che scrive, sembra che la causa di tali reazioni violente all’arrivo dei portoghesi fossero state le voci di una conversione al cristianesimo da parte di Jayavira.14
Ancora nel 1546 erano presenti a Kandy alcuni ambasciatori del ‘re’ di Trincomalee, che chiedavano con insistenza ai portoghesi che il re voleva diventare cristiano.15 Una lettera (del 16 marzo 1547) scritta da Joao de Villa de Conde a Joao de Castro ci presenta una nuova richiesta del re di Kandy per la costruzione di una ‘feitoria’ nel porto di Trincomalee, il re di Kandy questa volta aveva anche promesso di nominare Nuno Alvarez Pereira al posto di fattore.16 In seguito a tale richiesta, nel 1547, un nuovo contingente di portoghesi raggiunse la costa orientale, essi erano circa 100 uomini sotto il comando di Antonio Moniz Barreto, questa volta, anche se il punto di sbarco era stato inizialmente fissato a Trincomalee, i portoghesi sbarcarono a Batticaloa e giunsero a Kandy per questa via. Anche questa spedizione però si concluderà in un fallimento.17
Negli ultimi mesi del 1551, il principe di Trincomalee, un ragazzo di appena sette o otto anni, fu battezzato dal padre Anrriques. Le ragioni della sua conversione sono da ricercare nella lotta per il potere tra due fazioni, una di queste, guidata da un capo, che era lo zio del giovane principe, che sperava di trarre beneficio con dall’aiuto dei portoghesi, decise di trasportare il giovane principe, sulla costa della Pescaria18, dove risiedevano i Gesuiti portoghesi, qui tutto il gruppo chiese insistentemente di diventare cristiano, fu così che il principe, suo zio e 30-40 dei suoi seguaci divennero cristiani. Fu quindi organizzata una spedizione per cercare di mettere al potere il principe nella sua provincia, vi parteciparono circa 1000 cristiani e qualche portoghese, ma a causa dello stato di ribellione della regione, la spedizione non ottenne i risultati sperati e dopo due mesi di tentativi, per non mettere in pericolo la vita del principe, fu deciso di abbandonare l’impresa. Il giovane principe, che era stato battezzato come D. Afonso (Afonço), fu inviato a Goa, dove fu introdotto al viceré, a Goa fu educato nel collegio di San Paolo e affidato alle cure spirituali di padre Antonio Gomez.19Successivamente, nel 1560, quando i portoghesi tentarono la conquista di Jaffna, il principe di Trincomalee partecipò alla spedizione, il viceré D. Constantino de Braganza pensava una volta conquistata Jaffna, di riportare il principe a Trincomalee, dove avrebbe ripreso il suo regno e avrebbe contribuito e aiutato i portoghesi nella conversione del suo popolo. Ma la spedizione non ebbe i risultati sperati e il principe non raggiunse mai Trincomalee. Egli invece fece ritorno a Goa.20 Durante la sua vita a Goa il principe di Trincomalee intrattenne corrispondenza anche con il re Sebastião D. del Portogallo.21 Nel 1568 partecipò come volontario nell’assedio di Mangalore, dove fu ucciso.22
Abbiamo poche altre notizie ruguardo a Tricomalee negli anni successivi: nel 1555 una richiesta di religiosi da parte dei cristiani di Trincomalee raggiunse Punnaikayal, sulla costa della Pescaria, ma il numero insufficiente di sacerdoti impedì ogni tipo di missione.23 Nel 1560, il re di Jaffna assieme alla famiglia reale, in preda al panico, durante l’assalto della sua capitale portato dal viceré De Bragança, per sfuggire ai portoghesi si rifugiò nel territorio del vanniyar di Trincomalee.24 Nel 1569, due navi portoghesi sostarono nel porto di Trincomalee per imbarcare la principessa di Kandy, figlia di Karaliyadde (Javira Astana), che andò in sposa al re Don Joaõ.25
Come abbiamo visto, nonostante i timidi tentativi di installare un ‘feitoria’ che i portoghesi hanno fatto negli anni tra il 1543 e il 1547, Trincomalee e la costa orientale sono rimaste per tutto il XVI secolo liberi da insediamenti portoghesi, nel frattempo, invece i portoghesi hanno esteso il loro controllo sulla zona costiera sud-occidentale dell’isola. In pratica alla fine del XVI secolo i portoghesi avevano il controllo sui territori che un tempo appartenevano ai regni di Kotte e Sitawaka e inoltre controllavano l’isola di Mannar. Tuttavia negli ultimi decenni del secolo, l’influenza portoghese ha cominciato a farsi sentire anche sulla costa orientale. A partire dagli anni intorno al 1570, i portoghesi hanno cominciato a raccogliere tributi dai vanniyar di Trincomalee e anche da quello di Batticaloa.26 Anche al tempio indù di Konesar (Koneswaram) a Trincomalee, fu imposta una tassa di protezione. I portoghesi poi raccoglievano le imposte su alcuni beni che il regno di Kandy esportava attraverso i due principali porti di Trincomalee e Batticaloa.27
Nel 1582, al momento della conquista del regno di Kandy, da parte delle truppe di Sitavaka, il re di Kandy Karalliyadde Bandara (Don Joao), insieme ad alcuni portoghesi che lo avevano aiutato, si rifugiò a Trincomalee, questo avvenne immediatamente dopo la sconfitta delle sue truppe contro quelle del regno di Sitavaka, e fu proprio a Trincomalee che il re morì a causa di una epidemia di vaiolo. Tra i portoghesi che seguirono il re Karalliyadde Bandara a Trincomalee c’era anche il frate francescano André de Sousa.28 Il re di Ceylon D. João Parea Pandar, Dharmapala, menziona in un certificato attestante il lavoro dei francescani nel regno di Kotte, anche il nome del frate francescano André de Sousa, che aveva sacrificato la sua vita a Trincomalee. Una menzione allo stesso frate viene fatta anche da Trinidade.29
Nel 1602, la regione compresa tra Jaffna, Trincomalee e Batticaloa fu assegnata alla cura spirituale dei Gesuiti, che avevano il permesso di erigere chiese e di convertire gli abitanti.30 Di quello stesso anno è il primo ordine portoghese per la costruzione di un forte a Trincomalee.31 Quest’ordine deve essere sicuramente una prima reazione portoghese all’arrivo a Ceylon di una spedizione olandese e al successivo primo contatto tra gli olandesi e il re di Kandy, che aveva avuto luogo nel 1602 nella regione di Batticaloa. Oltre a questo, un altro motivo fu il fatto che durante i periodi di guerra con i portoghesi, Trincomalee fu utilizzata come una delle porte attraverso le quali il re di Kandy aveva ricevuto aiuti e truppe dal Nayak di Madura e dal re di Meliapor.32
Negli anni tra il 1605 e il 1609, D. Francisco de Menezes per due volte raggiunse Trincomalee nel corso di spedizioni militari contro il re di Kandy.33 Una descrizione più dettagliata di una di queste spedizioni ci viene riferita nel rapporto annuale dei gesuiti del 1606, in realtà si tratta di una spedizione punitiva avvenuta nel 1606 contro i ribelli, la spedizione era composta da uno squadrone di soldati portoghesi e 4,000-5,000 lascarins cingalesi, nel suo itinerario fu raggiunta anche Trincomalee, dove furono catturati non più di 200 uomini, donne e bambini, che, su ordine di Simao Correa (un capitano cingalese), furono bruciati vivi, e per ‘compassione’ furono tutti battezzati prima di essere uccisi.34
Una lettera del frate gesuita Barradas scritta da Cochin, nel novembre 1613, narra di una spedizione portoghese a Trincomalee nel corso dell’anno 1612. La spedizione era guidata da D. Hieronymo de Azevedo, egli attraversò assieme ai suoi soldati le montagne di Kandy, lungo il percorso i portoghesi scoprirono due grandi serbatoi “… la nostra spedizione si imbattè in due serbatoi di notevole dimensione. Essi erano lunghi quattro leghe, abilmente scavati nelle montagne e circondati da un muro, un pezzo di splendida fattura che ci si aspetterebbe eseguito dai romani, piuttosto che dai cingalesi”, i portoghesi, dopo grandi difficoltà a causa delle piogge torrenziali arrivarono a Trincomalee, e qui de Azevedo “fu occupato nella costruzione di una fortezza” per questo chiamò in aiuto il re di Jaffna, ma non vedendolo arrivare abbandò l’impresa e marciò verso Jaffna.35 Una breve descrizione di questa spedizione a Trincomalee è stata fatta anche da Bocarro, egli narra infatti che de Azevedo stava facendo la guerra nelle regioni di Trincomalee quando ebbe la notizia di essere stato nominato vicerè.36 Un altro testo ci racconta invece i piani che de Azevedo aveva fatto per la fortificazione di Trincomalee e Batticaloa, egli lasciando Ceylon nel novembre 1612 per andare a Goa per assumere l’incarico di viceré, pianificò di inviare nel marzo del successivo anno ‘seis navios’ con il materiale necessario per la costruzione delle fortezze di Trincomalee e Batticaloa, inoltre aveva previsto di inviare due navi a pattugliare la costa di Galle, ordinando a queste navi di passare l’inverno successivo a Trincomalee, al fine di contribuire alla costruzione della fortezza.37 Secondo de Azevedo uno dei modi migliori per indebolire Kandy era esattamente quello di bloccare il commercio del regno che era esercitato attraverso i porti di Batticaloa, Trincomalee, Rio de Agua Doce e Jaffna, ma per il momento (era il 1614) egli giudicava che i portoghesi non fossero in grado di occupare tutti questi porti .38
Successivamente, con il trattato di pace tra il re di Kandy e i portoghesi, firmato nell’agosto 1617 furono anche definiti i confini tra i due territori, con questo furono anche stabiliti le frontiere lungo la costa orientale, dove i due principali porti (Kottiyar/Trincomalee e Batticaloa) rimasero sotto il controllo del regno di Kandy, infatti nel trattato è specificato che il confine dei territori soggetti al re di Kandy arrivava ai porti di Kottiyar, Batticaloa e Panama.39
Nel 1619 tutto il territorio del regno di Jaffna, comprese Trincomalee e Batticaloa, fu assegnato alle cure spirituali dei Francescani. Questa decisione fu presa dal vescovo di Cochin, frate Dom Sebastião de S. Pedro.40 Poi, con un decreto dello stesso vescovo di Cochin datato 11 novembre 1622, simile a quello del 1602, le cure spirituali del distretto di Jaffna, Trincomalee e Batticaloa, furono nuovamente affidate ai Gesuiti, essi dovevano costruire chiese, dare sacramenti e convertire le anime.41 E infatti furono i Gesuiti a seguire i soldati portoghesi a Trincomalee e Batticaloa quando essi occuparono le due località.
Continua: L’arrivo dei danesi, degli olandesi e la costruzione del forte portoghese
NOTE:
1 Nuno Alverez Pereira era un soldato portoghese che giunse a Kandy nel luglio 1542 e presto divenne consigliere e segretario del re Jayavira.
2 Una fattoria fortificata.
3 Amaro Mendes fu nominato fattore della feitoria.
4 Miguel Ferreira era il capitano portoghese della costa del Coromandel, per la vita di questo importante personaggio vedi l’articolo scritto da J. M. Flores “Um Homem que tem muito credito naquelas partes: Miguel Ferreira, os alevantados do Coromandel e o Esatado da India”, in: “Mare Liberum”, n° 5/1993, pp. 21-32.
5 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, pp. 80-81.
6 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. I, pp. 236-237.
7 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 62.
8 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period” vol. I, pp. 71-72.
Il tributo promesso dal re di Kandy era: “quindici elefanti con zanne e trecento remi di legno di faggio per le galee.” Vedi: Perniola, V. “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, pp. 86-87.
9 Il regno di Kandy fu attaccato nel novembre 1545 dalle forze del regno di Sitawaka, e aveva bisogno di aiuti urgenti.
10 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 162, 177.
11 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, pp. 160-161.
12 Per giungere a Kandy sarà spesso utilizzata anche la strada che partiva da Batticaloa.
13 Miguel Fernandes era Portuguese “casado” (soldato sposato) di Kotte.
14 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 177.
Jayavira era stato segretamente battezzato da frate Francisco di Monteprandone il 9 Marzo 1546.
15 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 154.
16 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 216.
17 Per i dettagli di questa spedizione vedi: O. M. da Silva “Vikrama Bahu of Kandy. The Portuguese and the Franciscans, 1542-1551”, pp. 63-76.
18 La costa indiana attorno a Tuticorin.
19 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, pp. 286-288.
20 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 372, 374, 382.
21 Vedi la lettera di risposta di re Sebastiano datata 7 Marzo 1567 e pubblicata in: Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 23.
22 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 382 n. 1 and vol. II, p. 23 n. 1.
23 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. I, p. 346.
24 “History of Sri Lanka”, vol. II, p. 110.
25 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. II, pp. 423.
26 “History of Sri Lanka”, vol. II, p. 92.
27 “History of Sri Lanka”, vol. II, p. 112.
28 F. F. Lopes “A evangelização de Ceilão desde 1552 a 1602”, in: “Studia” n° 20-22/1967, pp. 30-31; “History of Sri Lanka”, vol. II, p. 96.
29 Il certificato è datato 1 Dicembre 1594. Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 137; Trinidade “Conquista espiritual do Oriente”, vol. III, p. 56, 68.
30 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 266.
31 Silva, Ch. R. de “The Portuguese in Ceylon, 1617-1638”, p. 59 nota n° 149.
32 Abeyasinghe “Portuguese rule in Ceylon, 1594-1612”, p. 36.
33 Queyroz “The temporal and spiritual…”, vol. II, p. 611.
34 Perniola “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 256.
35 Perniola, V. “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, Vol. II, p. 366.
36 Bocarro “Decada 13 da historia da India”, vol. I, p. 11.
37 “Relacion del estado en que quedavam las cosas de la India, sacada de las cartas, que escrivio el virrey Dom Hieronymo de Azevedo…”, published in: “Documentação Ultramarina Portuguesa”, vol. I, p. 73 and vol. II, p. 157.
38 Bocarro “Decada 13 da historia da India”, vol. I, p. 277.
39 “History of Sri Lanka”, vol. II, p. 154 e anche Silva, Ch. R. de “The Portuguese in Ceylon, 1617-1638”, p. 59.
40 Perniola, V. “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. II, p. 458.
41 Perniola, V. “The Catholic church in Sri Lanka. The Portuguese period”, vol. III, p. 51.